Carenno e la Val San Martino in lutto, dolore per la morte dell’Alpino Fedele Balossi

Tempo di lettura: 3 minuti

Fedele Balossi avrebbe compiuto 100 anni a settembre

Reduce della Seconda Guerra Mondiale, combattè su quattro fronti

CARENNO – E’ morto l’Alpino e reduce della Seconda Guerra Mondiale Fedele Balossi, avrebbe compiuto 100 anni il prossimo 30 settembre.

“Con il cuore colmo di dolore e commozione siamo a comunicare che il nostro reduce Fedele Balossi è andato avanti – è il commosso messaggio del Gruppo Alpini di Carenno -. Persona fiera, forte e umile lascia un vuoto enorme in tutti coloro che lo hanno conosciuto. Ciao Fedele, grande Alpino e persona meravigliosa”.

Nato a Carenno il 30 settembre 1919, durante la Seconda Guerra Mondiale ha combattuto su quattro fronti. Partito per il servizio militare il 15 febbraio 1940, destinazione V reggimento Alpini della Tridentina, battaglione Tirano 46 compagnia, plotone esploratore.

“Mi hanno vestito e spedito a Malles Venosta, in provincia di Bolzano, dove sono stato circa 3 mesi perché poi è scoppiata la guerra in Francia e siamo entrati in territorio francese dal Piemonte, dal Col dei Sécc, sopra Courmayeur, ma con la Francia è durata poco, dieci dodici giorni, dopo di che siamo rientrati nelle nostre caserme a Merano, da lì siamo partiti per l’Albania” aveva raccontato al nostro giornale in un’intervista del 2016.

Fedele Balossi durante la Commemorazione del 4 novembre 2016 a Carenno

La guerra fu brutta e lunga, rimase sul monte Tomorr Hani i Hotit, dodici mesi, tutto l’inverno, fra gelo e neve, nella primavera del ‘41 iniziarono le offensive contro la Grecia. Il rientro dalla Grecia avvenne via mare, sbarcato a Brindisi e poi in treno fino a Merano.

Fedele Balossi combattè anche in Russia, ricordava le “lunghe marce sotto un caldo soffocante, si doveva andare sul Caucaso, ma all’ultimo ci hanno dirottato sul Don (…) Nel gennaio del ’43 stavamo per sfondare l’ultimo cerchio dell’armata russa a Nikolaevka, ma la nostra compagnia, la 46 fu distrutta”.

Da lì iniziò la lunga ed estenuante ritirata verso l’Italia. Nel settembre 1943, a Fortezza, fu  fatto prigioniero dai tedeschi e trasportato, prima a Innsbruck in Austria, e poi ad Asburgo in Germania. Due lunghi anni di prigionia fino a quando nel ‘45 ci fu la liberazione.

“E’ sicuramente una grande perdita, un pezzo di storia della Valle San Martino che se ne va. Ci lascia i suoi scritti, i suoi racconti e la sua presenza attiva fino all’ultimo – ricorda Stefano Casetto, coordinatore degli Alpini della Valle San Martino -. Finché ha potuto è andato nelle scuole, in mezzo ai ragazzi, a raccontare la sua esperienza e ha sempre partecipato al Campo Scuola che organizziamo ogni anno: anche nel giugno scorso, nonostante l’età, non aveva voluto mancare alla sfilata di Vercurago. Siamo tutti molto addolorati”.

Il funerale sarà celebrato nella chiesa di Carenno sabato 27 luglio alle ore 17.