Canile, l’ultimo incontro: oggi gli animalisti dal Prefetto

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LECCO – La richiesta era partita dalle associazioni animaliste ed il prefetto di Lecco, Antonia Bellomo, ha acconsentito ad un incontro sulla chiusura del canile e martedì mattina ospiterà i referenti di Enpa, Zampamica e Lav, per confrontarsi sulla questione.

Il tutto all’indomani di quello che doveva essere il giorno della chiusura definitiva del canile, il 30 giugno, chiusura a quanto sembra prorogata di circa un mese per permettere le operazioni di trasferimento dei cani verso gli altri rifugi.

Insieme alle associazioni incontrerà il prefetto anche la dott.sa Catia Galbiati, comportamentalista della Scuola Interazione Uomo-Animale, che avrebbe redatto una relazione su ogni singolo ospite della struttura di via Rosmini e sulle criticità che emergerebbero nel trasferirli verso altri canili.

Si parla in particolare dei cani problematici, con caratteri difficili da gestire,  e che sarebbe necessario sedare per permetterne il trasferimento in sicurezza anche per alcuni di loro questa operazione sarebbe rischiosa  poiché ai problemi comportamentali si sommerebbero problematiche di salute.

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L’incontro con il prefetto si prefigura quindi come l’ultima occasione per gli attivisti delle associazioni di poter scongiurare la chiusura del canile lecchese ed evitare l’allontanamento dei quattro zampe.

Nel frattempo sono ancora una volta i volontari della struttura, che domenica hanno appeso uno striscione ai cancelli del canile con riportata la frase “Chiusura del canile = morte della civiltà”,  ad intervenire e a sfogare la loro amarezza con una lettera nella quale chiedono chi si occuperà dei cani in questo mese di transizione verso gli altri canili:

“Gentilissimi giornalisti, 

siamo un gruppo di volontari del Canile di Lecco. Frequentiamo l’ambiente del canile ormai da anni,  dedicando il nostro tempo libero ai cani ospiti della struttura, al fine di rendere il loro soggiorno un po’  meno triste in attesa che arrivi la famiglia giusta per adottarli. Negli ultimi tempi abbiamo vissuto con ansia  e preoccupazione le varie vicissitudini che hanno riguardato la struttura, e non nascondiamo di essere  rimasti molto delusi e amareggiati dal voltafaccia effettuato dal Comune e dal nostro Sindaco nell’ultimo  mese: da anni il canile ha bisogno di respiro, di nuovi spazi per migliorare il benessere dei cani, di aree in cui  poter effettuare attività collaterali di educazione, rieducazione e socializzazione con i cani più “difficili”.

Da  anni chiediamo che il Comune si interessi dei suoi ospiti, e adesso ci troviamo a combattere una lotta  contro i mulini a vento, a sbattere contro un muro di gomma di un’amministrazione che ha già deciso che il  canile non è una risorsa ma un problema, e che quindi va chiuso.  In questi mesi ne abbiamo sentite di tutti i colori: c’è chi ci ha accusato di essere morbosamente attaccati ai  cani, chi di volerli tenere in una struttura fatiscente, chi ci ha detto perfino che non vogliamo che la  struttura chiuda perché altrimenti “non avremmo più niente da fare”. Ebbene vorremmo sottolineare che  chi ha detto queste cose ha messo ben poche volte piede in canile, e non conosce per niente il mondo del  volontariato che ci sta dietro: i ragazzi e ragazze che dedicano il loro tempo ai cani lo fanno in modo del  tutto gratuito e mettendoci la passione che attività di questo genere richiedono. Il lavoro non si svolge solo  con i cani, ma anche e soprattutto con gli utenti che vengono in canile alla ricerca di un amico da adottare. 

L’assessore Volontè ha detto bene, il numero dei cani è diminuito moltissimo negli ultimi anni, ma  sicuramente tutto ciò è stato possibile grazie ai volontari, che durante gli orari di apertura si sono  preoccupati di ricevere il pubblico e cercare di trovare il perfetto incontro cane-padrone, che hanno  pubblicizzato i cani sul web tramite foto e pagine face book, e che a volte hanno personalmente portato a  destinazione gli adottati, anche fuori regione in casi particolari. Vedere un cane fuori dal canile, felice in un  nuovo spazio e in una nuova famiglia, è la soddisfazione più grande per noi; in questo tipo di attività non c’è  spazio per l’egoismo personale, si impiega il proprio tempo (e a volte anche denaro), per rendersi utili per i  cani e per le persone che in canile vengono in cerca di un amico.

A pochi giorni dalla fatidica data di chiusura del 30 giugno, chiunque ha sotto gli occhi la situazione del  canile, e può comprendere come è stata superficialmente gestita finora dalle istituzioni: purtroppo è  iniziato il periodo estivo e il numero di cani è inesorabilmente salito. I vari comuni che hanno ospiti a  quattro zampe nella struttura sono in ritardo con la stipula delle convenzioni con i nuovi canili.

Non si è  nemmeno ancora capito come e quando dovranno essere trasferiti i cani attualmente presenti a Lecco. E,  soprattutto, come verranno trasferiti i cani più problematici (caratteriali, o con seri problemi veterinari).  Come se non bastasse, beffa delle beffe, alla Cooperativa Due Mani attualmente incaricata, sembra sia  stato prorogato di un mesetto il contratto di gestione (esatto! Quello che non poteva assolutamente essere
prorogato fino a due giorni fa!!), il tutto per permettere al Comune di provvedere al trasferimento dei cani  in tutta calma. Ad aggiungersi alla già paradossale situazione, vorremmo sottolineare che il Comune non ha  minimamente provveduto ad interessarsi dei cani e della loro cura al di fuori degli orari coperti dai  dipendenti della Cooperativa che si occupano infatti delle sole attività da svolgere in mattinata.

Chi provvederà dunque a far passeggiare i cani dal 1° luglio? Chi si occuperà di ricevere il pubblico per le  adozioni? Chi preparerà le pappe della sera? E soprattutto, chi si occuperà di somministrare le terapie ai  cani che assumono farmaci durante la giornata?  Nell’attesa, forse vana, che l’amministrazione della nostra città si assuma le responsabilità (e  irresponsabilità) della situazione, per l’ennesima volta saranno i volontari pazzi, egoisti e fanatici a preoccuparsi della sorte dei cani. E forse saranno così fortunati da non rimanere schiacciati da una struttura  che fino al 30 giugno gli sarebbe dovuta crollare sulla testa, ma che, siamo sicuri, si manterrà in piedi e  operativa fino alla data di trasferimento dell’ultimo cane”.

I volontari attivisti