Caso Gilardi: “Il professore resta in Rsa”. Le risposte del sottosegretario in Parlamento

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Carlo Gilardi

In Parlamento la risposta all’interpellanza presentata dall’onorevole Fragomeli, che promette: “Non finisce qui”

Nell’articolata disamina del sottosegretario Sisto viene ricostruito il caso Gilardi dalla nomina dell’amministratore di sostegno nel 2017 a oggi

AIRUNO – “Al momento non pare possibile stabilire se e quando potranno realizzarsi le condizioni per il rientro di Gilardi nella propria abitazione, persistendo tutte le ragioni che hanno reso necessario il ricovero in Rsa”. Sono parole chiare quelle pronunciate da Francesco Sisto l’altro giorno, venerdì 12 novembre, in Parlamento rispondendo all’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Gian Mario Fragomeli. Il deputato dem brianzolo aveva infatti chiesto, con una nota ufficiale, al Ministero della Giustizia e a quello della Salute, se non intendessero fare luce sulla vicenda per verificare “le reali condizioni psicofisiche dell’anziano e la sussistenza/permanenza dei presupposti sanitari e giuridici che ne hanno determinato il ricovero”. Una richiesta a cui faceva da sottofondo la volontà di garantire che “la tutela su cui si basa l’azione dello Stato nei confronti di persone accertate come fragili sia davvero una protezione e non una costrizione”.

La cronistoria del caso Gilardi

Domande a cui ha risposto Sisto con una cronistoria della vicenda di Gilardi, balzata alla cronache nazionali con i ripetuti servizi trasmessi dalla trasmissione televisiva Le Iene. Il sottosegretario di stato ha così spiegato come Gilardi sia stato sottoposto alla misura dell’amministrazione di sostegno dall’11 maggio 2017 su su istanza della sorella Giuseppina Gilardi, conosciuta da tutti come Sandra, preoccupata per l’eccessiva prodigalità del fratello, sempre pronto a elargire denaro e a ospitare in casa anche conosciuti. Una scelta a cui il professore airunese si è sempre opposto con vigore, nutrendo anche rancore per la sorella e lamentando la privazione della libertà. Dal maggio 2020, i poteri dell’amministratore di sostegno, ruolo ricoperto da diverse persone nell’arco di pochi anni e attualmente rivestito dall’avvocato Elena Barra (nessuno dei quali risulta essere stato denunciato da Gilardi), fino a quel momento confinati alla gestione patrimoniale, si sono ampliati a tutti gli aspetti della persona, “ritenendo che vi fossero ragioni per l’incolumità fisica e il benessere psicofisico della persona”.

La Ctu psichiatrica

A fare fede è la relazione della Ctu psichiatrica del 2 febbraio 2020, quando viene evidenziato un disturbo di personalità tratto specifico caratterizzato da aspetti di disturbo di personalità ossessivo compulsivo e schizoide (quadro confermato anche da un ulteriore perizia del febbraio 2021, tali da compromettere la capacità di critica e di giudizio con importanti ricadute sulle sue capacità volitive e gestionali in ambito di ordinaria e straordinaria amministrazione. Non solo, ma a supporto del ricovero in Rsa, diventato effettivo il 30 ottobre 2020, si fa riferimento alle relazioni dei carabinieri di Brivio sia sui soggetti conviventi con Carlo sia sul contesto abitativo, ritenuto fatiscente e caratterizzato da scarse condizioni igieniche. Ragioni per cui si ritiene che la misura di protezione necessaria per Gilardi sia quella di un amministratore di sostegno in una Rsa.

Brahim El Mazoury, ex badante di Carlo Gilardi

La vicenda penale

Nella lunga e articolata cronistoria non potevano mancare i riferimenti al processo per circonvenzione di incapace (per cui l’ex badante Brahim El Mazoury ha chiesto il rito abbreviato ed è stato condannato in primo grado a un anno e otto mesi) e il procedimento penale per diffamazione aggravata aperto nei confronti di El Mazoury e de Le Iene con udienza l’11 febbraio 2022. Quanto agli altri indagati, il processo per circonvenzione di incapace riprenderà il 7 marzo. In corso anche un procedimento civile per il rilascio dell’immobile di proprietà di Gilardi, ancora occupato abusivamente da alcuni dei soggetti.

La permanenza nella Rsa e i progetti educativi

Un quadro che rende difficile ipotizzare se e quando Gilardi potrà fare ritorno ad Airuno. Quanto alla sua permanenza in Rsa, agli istituti Airoldi e Muzzi, nella relazione viene ribadito l’atteggiamento ambivalente di Gilardi che, se da una parte continua a dire di voler tornare a casa, dall’altra partecipa in maniera attiva alle attività proposte. Il professore airunese è infatti stato coinvolto nella sistemazione delle aiuole due volte a settimana con il presidente della Cooperativa Solleva, in un progetto con la scuola media di Airuno e nella scrittura della sua autobiografia con la Pro Loco di Airuno.

Lontano dal clamore mediatico

Nella relazione si ribadisce come Gilardi sia “libero di incontrare chi vuole e che l’uomo abbia manifestato più volte contrarietà al clamore mediatico” non nascondendo un forte senso di disagio e di vergogna per questa “pubblicità”. Tra le altre cose, non sembra neppure interessato a incontrare i cugini di secondo grado Augusto e Stefania Calvi che avevano depositato 4 istanze in Tribunale per poter incontrare Carlo.
Motivi, quelli elencati da Sisto, per cui il Tribunale, in difformità dalla raccomandazione del garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, che aveva chiesto una rivalutazione del caso, non intende “neppure svolgere alcun approfondimento in merito in considerazione dei numerosi elementi fattuali univocamente deponenti nel senso della necessità dell’intervento visto le condotte di circonvenzione di incapace a sua danno, le condizioni di assoluto degrado abitativo, lo stato di occupazione degli immobili, le risultanze della ctu, il fallimento di tutti i tentativi di assistenza presso la sua abitazione e l’ausilio dei servizi sociali, sempre rifiutati”.

Il commento di Fragomeli

Dal canto suo l’onorevole Fragomeli si dice soddisfatto delle prime risposte ricevute, anche se promette che il caso Gilardi è tutt’altro che chiuso: “Dopo un anno di richieste inascoltate, presentate da altri colleghi deputati, oggi il Sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Sisto, ha finalmente dato una risposta esaustiva alla mia interpellanza urgente. Tuttavia, non è stata stabilita ancora una data certa del ritorno a casa del professore e il mio impegno in tal senso, vi assicuro, non verrà meno fino a che ciò non accadrà”.

Il profilo del professor Carlo

Per il deputato lecchese, nella risposta mancano alcuni elementi importanti: “Sappiamo tutti chi è Carlo Gilardi, conosciamo bene la sua generosità e le sue scelte di vita. Ben venga la chiarezza, quindi, è quello che chiedevamo. Però nella risposta del Sottosegretario mancano degli elementi importanti. Il professor Gilardi ha il diritto di tornare a casa e di allontanarsi dalle persone che hanno approfittato di lui. È un diritto sancito dalla Costituzione e non possiamo permettere che esso venga negato solo perché vi è il rischio che il professore possa essere nuovamente avvicinato da persone che vogliono approfittarsi di lui. Ciò non può rappresentare un elemento di costrizione perché, altrimenti, lo stesso principio dovrebbe essere applicato ad altri 60 milioni di italiani. Carlo Gilardi è sempre stato un persona dotata di uno straordinario senso di appartenenza alla propria comunità; ha sempre aiutato tutti, senza a guardare alla nazionalità o al colore della pelle e lo ha fatto rinunciando alla vita agiata che a avrebbe potuto concedersi. Auspico quindi che l’amministratore di sostegno che tutela i suoi beni comprenda di dover tutelare anche la volontà del professor Gilardi e possa perciò costruire, al più presto, le condizioni necessarie a consentire il suo rientro a casa”.

“Il caso non finisce qui”

Fragomeli ha intenzione di andare a trovare Gilardi all’Airoldi e Muzzi: “La questione non si chiude comunque qui. Pur nel rispetto del comprensibile desiderio di riserbo manifestato a più riprese dal professor Gilardi, chiederò di poterlo incontrare secondo le prerogative parlamentari a me concesse. E nel caso dovesse accadere quanto già successo ad altri colleghi deputati, non è certo mia intenzione accettare un eventuale diniego dell’autorità giudiziaria ad andarlo a trovare”.

La posizione del Comitato Libertà per Carlo Gilardi

Sulla questione si sono espressi anche i rappresentanti del Comitato Libertà per Carlo Gilardi, che hanno ringraziato di cuore l’onorevole Fragomeli per “gli ottimi interventi in aula e per tutte le azioni future che vorrà intraprendere per aiutare il caro professor Carlo.
Auspichiamo che vengano vagliate tutte le affermazioni emerse in Aula e che purtroppo, non hanno fatto altro che ripetere e riportare la tesi del tribunale di Lecco, tesi e affermazioni che a nostro parere, traballano vistosamente se messe a confronto con i fatti provati dagli audio e dalle lettere del professor Gilardi, esposti contro l’ex amministratore eseguiti da Carlo e in seguito anche dai cugini, visite negate con modalità strane…”