Cremeno. Sequestro azienda agricola, il sindaco: “Doveva essere chiusa da anni”

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Il sindaco di Cremeno, Pierluigi Invernizzi
Luigi Invernizzi, sindaco di Cremeno

CREMENO – “Erano anni che l’azienda agricola versava in quelle condizioni e doveva essere chiusa”. A parlare è il sindaco di Cremeno Pier Luigi Invernizzi, che ha commentato così la vicenda relativa all’azienda agricola La Besonda, posta sotto sequestro nella giornata di ieri, mercoledì 22 febbraio, per reati ambientali, condotte illecite e abbandono di animali.

Una vicenda derivata da una “situazione pregressa” come ha dichiarato il sindaco Invernizzi, che ha parlato di diverse problematiche.

Le domande, il giorno dopo, sono più che lecite: possibile che nessuno si fosse accorto prima di ieri delle condizioni in cui versavano la ditta ultra ventennale e i suoi dintorni? E se, come detto, “erano anni” che la situazione era quella, come mai la chiusura è arrivata solo ora?

Abbiamo chiesto al primo cittadino di aiutarci a fare chiarezza. “I problemi c’erano, non lo nascondiamo – spiega il sindaco Invernizzi – Nel 2005 il mio predecessore, Fabrizio Valsecchi, emise un’ordinanza di chiusura della ditta dei fratelli Besonda, mai adempiuta per diversi problemi di mantenimento come ebbi modo di verificare una volta diventato sindaco. Chiudere un’azienda agricola non è come chiudere una casa, ci sono tante problematiche, dallo spostamento degli animali, al loro ricovero oltre ad un passaggio di gestione avvenuto circa 4 anni fa – ha precisato Invernizzi – Quindi l’azienda restò aperta ma le segnalazioni, anche da parte dei cittadini, periodicamente arrivavano”.

Diversi anche gli interventi della Polizia Locale a causa di sversamenti di liquame e altro materiale “sospetto” che arrivavano fino alla strada provinciale. “A seguito di questi episodi abbiamo attivato l’Arpa per le verifiche ambientali del caso: l’esito rilevò la presenza anche di eternit e altro materiale nocivo. La somma di queste situazioni portò a segnalare la cosa direttamente in Procura che aprì un fascicolo d’indagine il cui esito sappiamo qual è”. Un esito che, inutile ricordarlo, arriva 12 anni dopo quell’ordinanza di chiusura mai adempiuta.

“Dispiace che proprio a Cremeno si sia verificato un evento del genere, ma posso solo dire che l’azienda doveva essere chiusa. Ora speriamo che provvedano in fretta con la bonifica”.

7 i giorni di tempo che il sostituto procuratore Paolo Del Grosso, titolare del fascicolo, ha dato ai proprietari, i fratelli Besonda, per effettuare la bonifica del terreno inquinato da liquami sospetti, carcasse di animali e chissà cos’altro. In caso contrario sarà la Procura a nominare l’ente che se ne occuperà. Da parte del primo cittadino nessuna preoccupazione sulla salubrità del posto: “L’inquinamento c’è ma non è nocivo per i cittadini” ha assicurato.