Dramma al rifugio notturno: ospite muore nel sonno

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Rifugio caritas

LECCO – Stroncato da un arresto cardiaco mentre dormiva in un letto del rifugio notturno della Caritas, in via San Nicolò: è morto nel sonno Antonio, 45 anni e da tempo senza tetto.

Mercoledì, alla sveglia mattutina effettuata come sempre da un responsabile del dormitorio, il 45enne non ha dato alcuna risposta. Avvicinatosi all’uomo e accortosi che non dava alcun segno di vita, il responsabile gli ha subito ascoltato il polso risultato privo di battiti.

Immediata la chiamata ai soccorsi che, giunti sul posto, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. In loco anche una pattuglia dei Carabinieri di Lecco.

Antonio era originario di Bergamo e da parecchi anni era senza fissa dimora, pur avendo madre e cugini sui quali avrebbe potuto appoggiarsi. Nel suo spostarsi di città in città, era riuscito ad ottenere la residenza a Villa di Tirano, mentre a Lecco era il primo inverno che soggiornava e che usufruiva del rifugio notturno. Sconsolati i volontari dell’ente pastorale: “Era una persona che andava d’accordo con tutti, non litigava mai e non ha mai dato problemi a nessuno”.

Rifugio Notturno Caritas_Interni 2In mattinata il suo corpo, velato da una coperta, giaceva nella branda dove la sera prima si era assopito, in attesa dell’autorizzazione giudiziaria a poterlo spostare e del personale delle pompe funebri. Avvisato dell’accaduto, si è recato al dormitorio don Ettore Dubini, responsabile della Caritas Zonale, che ha benedetto la salma del 45enne e insieme ai presenti ha recitato una preghiera per lui:

“Antonio era felice di stare qui, arrivava tutte le sere da quando abbiamo aperto il rifugio e riscuoteva simpatia da parte di tutti gli altri ospiti. E’ sempre una disgrazia morire così, ma perlomeno possiamo dire che un uomo che ha vissuto sulla strada, nel suo ultimo viaggio, è morto in un letto caldo, in compagnia di amici”.

Commosso anche Luca Riccomini, il 50enne di Castello Brianza ( di cui abbiamo raccontato la storia nelle scorse settimane) che si è ritrovato a dormire al rifugio della Caritas dopo diverse sventure e che ha assistito alla drammatica scoperta insieme agli altri ospiti : “Era un brav’uomo – ci riferisce – e un mio amico”.