Emergenza profughi,
    i sindacati: “Salute degli agenti non tutelata”

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    Questura Lecco

    LECCO – “Dopo l’invio di profughi nella Provincia di Lecco disposto dal Ministero Dell’Interno, abbiamo fatto l’amara scoperta che anche la Questura di Lecco è diventata un nuovo Centro di Identificazione ed Espulsione”.

    A denunciarlo sono i segretari generali Provinciali delle Organizzazioni Sindacali di Polizia di Lecco (S.I.U.L.P., S.I.A.P., C.O.I.S.P., U.G.L., C.O.N.S.A.P., S.I.L.P. – C.G.I.L) che, come fatto dai loro colleghi in altre città italiane,  pongono un problema di sicurezza nella gestione dei migranti:

    “Possibile che nessuno abbia pensato che la struttura della Questura dove sono stati accolti in questi giorni i profughi non è idonea per ospitarli perché non ha locali appositi? Forse, come al solito, si è pensato che tanto ci sono i soliti poveri Poliziotti che in qualche modo rimedieranno”.

    Un problema che soprattutto dal punto di vista sanitario: “Di sicuro, chi li ha accolti non conosce le condizioni fisiche e non serve un luminare per capire che diverse patologie hanno lunghi periodi di incubazione e quindi sfuggono facilmente al primo controllo medico, ma di certo i poliziotti “dovranno garantire l’ordine e la sicurezza”.

    Polizia- DigosI sindacati denunciano la messa a rischio della salvaguardia e della tutela sanitaria professionale per gli agenti e puntano il dito contro chi minimizza tali rischi definendolo “un atteggiamento non più sopportabile, di gravissima mancanza di rispetto e di considerazione non solo verso gli Operatori, ma soprattutto verso le rispettive famiglie ed anche verso tutti gli altri cittadini”.

    Una situazione che per i sindacati “sta diventando ingestibile”. “Per questi motivi – scrivono in una nota – invitiamo il Sindaco di Lecco, gli esponenti politici e le testate giornalistiche a “bussare” al Questore per venire a vedere di persona in quali condizioni lavorano i Poliziotti che subiscono, è proprio il caso di dire, “sulla propria pelle”, i tagli fatti dal Governo”.

    “Non bastava rischiare la vita per il controllo del territorio a caccia di rapinatori, ladri, violentatori, spacciatori oppure rilevando incidenti stradali o garantendo il diritto di manifestare o di vedersi “in pace” una partita di calcio o un evento sportivo o di spettacolo – sottolineano – Non bastava ammalarsi di freddo, saltando i pasti, lavorando 24/48 ore consecutive o andando in posti a dir poco malsani… ora, volontariamente si mette a rischio la nostra incolumità e cosa peggiore quella dei nostri familiari e di conseguenza di tutti gli altri cittadini (che non vivono su un altro pianeta). Tutto questo continuando ad essere umiliati da un Governo che ci toglie quei pochi diritti, anche economici, che ci siamo guadagnati con tanti sacrifici nel corso degli anni. Vi preghiamo non lasciateci da soli!”