Finge di essere stata rapinata, è il 2° caso in pochi giorni nel Casatese

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CASATESE – Aggredita nel proprio giardino da due sconosciuti, armati di una pistola e travisati con passamontagna e guanti, che, tenendola sotto la costante minaccia dell’arma, l’avrebbero costretta ad aprire e consegnare loro il contenuto della cassaforte, fuggendo a piedi nelle vie circostanti: almeno questa è la versione che una donna, residente nella zona del Casatese, ha inizialmente raccontato ai carabinieri.

Un racconto risultato poi falso, una simulazione di reato, per la quale la presunta vittima della rapina è stata denunciata dagli stessi uomini dell’Arma.

Lunedì, la donna aveva asserito ai carabinieri del nucleo operativo di Merate e della stazione di Cremella quanto le sarebbe capitato quel pomeriggio. A causa del forte stato di agitazione, è stata poi trasportata a bordo di un’ambulanza del 118 al pronto soccorso dell’ospedale di Erba, rimanendovi fino a tarda serata in osservazione.

Gli scrupolosi ed accurati accertamenti tecnici effettuati nell’immediatezza da personale specializzato della Compagnia Carabinieri di Merate, oltre che dalle testimonianze raccolte sul posto, hanno però permesso agli inquirenti di avviare le indagini in tutte le direzioni, non trascurando alcuna pista, ancorché quella dell’inesistenza dei fatti denunciati.

Nella mattinata del 3 gennaio, dopo avere valutato tutti i consistenti elementi raccolti, gli investigatori hanno convocato in caserma la donna la quale, messa alle strette, avrebbe ammesso di avere inscenato la rapina anche se non sapeva fornire una precisa giustificazione di quanto avvenuto, probabilmente riconducibile ad un forte stato di stress.

Subito dopo, la stessa ha provveduto a consegnare ai militari i beni che aveva dichiarato asportati dai ladri, che sono stati immediatamente restituiti ai suoi familiari.

Si tratta del secondo episodio simile avvenuto recentemente sempre nella zona di Casatenovo: giusto martedì’ si è avuta notizia di un’altra denuncia per simulazione di reato ad opera di un 47enne che si era rivolto ai Carabinieri asserendo di aver subito una rapina, si trattava anche in questo caso di una messa in scena orchestrata per non ammettere ai familiari un debito di gioco (vedi articolo).