Frode da 3 mln nel commercio di titoli di efficienza energetica

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MILANO – Nei giorni scorsi, il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza ha arrestato, su ordine del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, Dr.ssa Maria Vicidomini, un commercialista M. S. di 49 anni e un agente di commercio P.C. di 62 anni, entrambi residenti nell’hinterland milanese, ritenuti responsabili di una frode fiscale nel settore della commercializzazione di Titoli di Efficienza Energetica (i cosiddetti “TEE”), attuata mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 17 milioni di euro.

Un analogo provvedimento restrittivo è stato emesso nei confronti di un terzo soggetto, cittadino tedesco, il quale risulta attualmente irreperibile.

Il Giudice milanese ha disposto anche il sequestro di denaro, beni e altre utilità per un valore pari a 3 milioni di euro, corrispondente all’IVA evasa nell’anno 2014 attraverso la frode.

L’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano Dr. Adriano Scudieri, ha preso le mosse dall’approfondimento di segnalazioni di operazioni sospette inoltrate da alcune banche e vede coinvolte complessivamente 10 persone, indagate a vario titolo per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Come noto, a partire dal 2004, i distributori di energia elettrica e di gas naturale hanno l’obbligo di raggiungere annualmente determinati obiettivi di risparmio energetico, i quali vengono espressi in TEP (tonnellate equivalenti di petrolio); un TEP corrisponde a 5000 Kwh, pari al consumo di elettricità annuo di due famiglie medie. Le aziende distributrici, per raggiungere i propri obiettivi, possono realizzare direttamente dei progetti di efficienza energetica, ricorrendo, ad esempio, all’installazione di pannelli fotovoltaici, all’isolamento termico di edifici, alla realizzazione di cogeneratori di energia elettrica e termica, etc.

Una volta ultimati, questi progetti vengono approvati dai competenti organi del Ministero dell’Economia e delle Finanze (il GSE: Gestore dei Servizi Energetici) e danno diritto all’emissione di certificati “bianchi”, che attestano l’avvenuta realizzazione del risparmio energetico. I distributori possono ottenere i certificati bianchi anche acquistandoli da operatori specializzati, nell’ambito di un mercato ad hoc gestito dal GME (Gestore dei Mercati Energetici), sempre di emanazione ministeriale.

È proprio all’interno di questo mercato che si inserisce il meccanismo fraudolento scoperto dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria. Il procedimento criminoso è analogo a quello delle frodi carosello: nel caso di specie, tra le società venditrici di certificati bianchi (la rumena “Rom Gigatech” e la cipriota “Ecsi Investments LTD”) e l’acquirente finale italiano (Enel S.p.a.), si inseriscono varie imprese italiane (alcune delle quali prive di sostanza economica – le cosiddette “cartiere”), tra cui la “Acror Energy” S.r.l. di Milano (dichiarata fallita nel dicembre 2016), che vende i certificati all’Enel omettendo sistematicamente il versamento dell’imposta sul valore aggiunto.