Il questore: “In un anno più Polizia in strada e meno reati”

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questore Francini

LECCO – Questura e Comando dei Carabinieri di Lecco da un anno vedono alla guida due nuovi responsabili: il questore Alberto Francini e il ten. colonnello Rocco Italiano. Dopo aver incontrato il comandante dei carabinieri nei giorni scorsi (vedi l’intervista pubblicata lunedì) abbiamo avuto modo di colloquiare con il capo della Polizia lecchese che ci ha accolti nel suo studio per fare il punto della situazione di questi 12 mesi in città.

Alberto Francini, classe 1957 sposato e padre di tre figli, avvocato con una laurea in giurisprudenza e un master in diritto e finanza degli enti locali, è giunto a Lecco da Napoli, la sua terra di origine, dopo aver diretto il commissariato del quartiere di San Ferdinando. Commissario straordinario in diversi comuni sciolti per infiltrazioni mafiose negli anni ‘90, è stato anche docente in scuole di polizia e relatore a convegni su sicurezza e ordine pubblico. Per 25 anni è stato impegnato nel servizio di sicurezza dello Stadio San Paolo di Napoli e per sei anni ne è stato il responsabile.

questore FranciniL’INTERVISTA:

Signor Questore, come ha trascorso quest’anno in città?

“Molto bene da tutti i punti di vista. Lecco è una città meravigliosa, con questi scenari fantastici, non ha nulla da invidiare ai posti più belli d’Italia. Dal punto di vista lavorativo, è un contesto dove si può ancora incidere e costruire qualcosa, a differenza di altre città dove per alla Questura è affidato solamente il problema di affrontare le emergenze. Qui si riesce ancora a pianificare qualcosa e dopo un anno ci sono i risultati”.

Quali sono gli ambiti dove è intervenuto in questi mesi alla guida della Questura lecchese?

“Fin dal mio arrivo ho improntato tutta l’azione su un maggiore controllo del territorio, quindi più presenza per strada, sia attraverso i poliziotti di quartiere che aumentando del 10% circa il pattugliamento delle volanti. Abbiamo ottenuto, con una forte pressione, il supporto del reparto anticrimine di Milano con altre 6 pattuglie aggiuntive almeno due volte alla settimana. Inoltre ho cercato di incrementare le risorse non solo nel capoluogo ma anche in provincia, distribuendole a scacchiera tra Meratese, Valsassina e Alto Lario.

La seconda azione è stata quella di dare un’estrema visibilità esterna del Questore, incontrando tutti e 90 (oggi 89) sindaci della provincia, con l’obiettivo di stimolare il contributo dei cittadini alla partnership nel garantire la sicurezza. Sono infatti convinto, da almeno una quindicina d’anni, che la sicurezza la si garantisce con il contributo di tutti e non solo con le forze dell’ordine.

La terza parte del mio intervento ha riguardato la forte collaborazione con le altre forze di polizia per ottenere un’azione sinergica senza contrasti o concorrenze sotto il coordinamento del Prefetto”.

In questi mesi si è fatto anche promotore di una brochure sul tema della sicurezza contro i furti in abitazione, con consigli per i cittadini, oltre che del “neighbourood watch”, lo sguardo di vicinato per proteggere le proprie case dai malviventi..

“Si, credo che la sicurezza non sia delegabile solo al poliziotto, al carabiniere o al vigile urbano, oggi, nei dovuti modi e sotto la supervisione degli addetti ai lavori, si deve attivare il singolo cittadino. Il promotore ideologico di questa politica di sicurezza è stato il capo della Polizia, Antonio manganelli, che ha voluto rendere sempre meno trincerata all’interno delle caserme la forza di polizia che invece deve aprirsi verso l’esterno. Il cittadino può fare tantissimo, innanzitutto comportandosi in maniera legale e rispettando le norme, poi denunciando e riunendosi in comitati.

questore Alberto Francini alla gioielleria Pozzoni
Il questore Alberto Francini alla gioielleria Pozzoni

Al suo arrivo a Lecco si è recato ad incontrare il titolare della gioielleria Pozzoni di Pescarenico, vittima in quei giorni di una pesante rapina ai suoi danni. Ad un anno di distanza, qual è la situazione a Lecco sul fronte dei reati?

“La situazione attualmente ci offre risultati positivi: dal primo settembre del 2013 ad oggi, in confronto all’intervallo tra settembre 2012 e settembre 2013, le rapine sono diminuite del 20% in città (24 episodi nell’ultimo periodo) e del 19% in provincia (92 episodi). Lo stesso per i furti in abitazione accaduti nel capoluogo che sono scesi dell’8% (242 episodi) mentre in provincia si è registrato un lieve aumento dell’1% (2000 denunce). In decremento gli altri tipi di furti sia in città che fuori città (rispettivamente -3% e -4%).

C’è una considerazione da fare: nell’ambito della diminuzione dei furti, quelli negli esercizi commerciali sono però aumentati; in una certa misura si tratta di furti di necessità, che riguardino generi alimentari, capi di abbigliamento o profumi, compiuti da ladri improvvisati¸ molti dei quali vengono tratti in arresto”.

Festa Polizia 2014 (21)
Il questore Alberto Francini e il prefetto Antonia Bellomo

Qual è l’identikit del malvivente che agisce sul territorio lecchese?

Per quanto riguarda i furti d’appartamento nella maggior parte dei casi si tratta di balordi, riuniti in bande poco organizzate, solitamente rumeni e albanesi che rubano quello che trovano. Lo stesso per i furti negli esercizi commerciali, perlopiù si tratta di sbandati, giovani, stranieri e non di ladri professionisti. Questi ultimi, invece, agiscono nelle truffe, in particolare agli anziani: non si tratta di persone improvvisate, sono italiani e specializzati nei raggiri, non sono pericolosi dal punto di vista dell’incolumità fisica ma compiono reati estremamente odiosi, danneggiando persone deboli, e per questo vanno perseguiti con decisione. E’ un fenomeno in aumento e nei prossimi mesi metteremo a punto degli interventi, anche informativi per la cittadinanza, in modo da contrastarlo.

Quali sono i punti forti e i punti deboli di Lecco e provincia?

“Dal punto di vista topografico, l’Alto Lario e la Valsassina sono avvantaggiate dalla presenza di vie di fuga limitate tanto che rapine di un certo livello non ne sono avvenute, a differenza della Brianza e del meratese ma anche del calolziese che subiscono invece l’influsso della criminalità milanese e bergamasca e dove i malviventi sono favoriti da maggiori possibilità di fuga. Un grosso contributo lo stiamo avendo dalle amministrazioni comunali che hanno attivato sistemi di videosorveglianza efficienti che possono aiutare le indagini”.

Festa Polizia 2014 (18)
Il questore Alberto Francini insieme ai dirigenti della Questura in occasione della Festa della Polizia di Stato

Un tema di attualità è quello del gioco d’azzardo: c’è preoccupazione a Lecco per l’aumento di sale slot e per il dilagare della ludopatia. La Questura ha il compito di rilasciare le autorizzazione all’apertura di locali da gioco. Quali margini di operatività avete per evitare il degenerare di una situazione vista da molti come negativa dal punto di vista sociale?

“Quello del gioco d’azzardo è un fenomeno particolarmente delicato e antipatico, ci sono persone che si rovinano ed eticamente non è qualcosa di commendevole, anche se la legge lo consente e noi dobbiamo applicare le disposizioni del ministero. Oggi però c’è una normativa regionale molto stringente e da quando è stata approvata non ho rilasciato altre autorizzazioni per l’apertura di locali da gioco. Dal punto di vista generale ho comunque l’impressione che questo fenomeno non stia aumentando, un po’ perché i soldi stanno finendo e un po’ perché segue le mode del momento. Noi comunque cerchiamo di fare il nostro, applicando la normativa in maniera rigida”.

Il questore Francini insieme al vice questore Mimma Vassallo
Il questore Francini insieme al vice questore Mimma Vassallo

C’è chi considera questi locali come lavatrici di denaro sporco. E’ un rischio reale anche a Lecco?

“Il rischio c’è anche su Lecco, la criminalità organizzata è presente ogni volta che ci sono interessi economici, su questo non c’è da farsi illusioni. La criminalità organizzata c’è anche su questo territorio, non opera in maniera così evidente con la lupara, ma in modo più sottile e familistico. Questo è un settore dove i capitali illeciti trovano una facile forma di riciclaggio e dove si inserisce un altro reato odioso che è quello dell’usura, perché molta gente, pur di continuare a giocare, trova in questi locali chi presta soldi, naturalmente a tassi elevati”.

Un’altra tematica di attualità è quella della sicurezza negli stadi e della violenza ultras. Lei ha una grande esperienza in questo settore. Quando il tifo diventa pericolo? Lecco è una realtà più piccola rispetto a quella da lei conosciuta, qual è la situazione della nostra città?

”Ho prestato servizio d’ordine per 25 anni allo stadio San Paolo di Napoli, che credo sia il peggiore da questo punto di vista, ed ho visto la trasformazione del tifo. Dall’ultimo decennio, questi tifosi non hanno più avuto a cuore le sorti della squadra ma lo stadio per loro era diventato solo un momento di ritrovo per dare sfogo ad una serie di reati soprattutto di violenza contro le forze dell’ordine. L’obiettivo era il poliziotto e non l’avversario in campo o l’arbitro per il rigore non fischiato, per questo già da tempo si è deciso di ritirare le forze dell’ordine dagli stadi.

Dal 2007 si è messo rimedio sia con interventi strutturali sugli impianti che con restrizioni ai biglietti, con la tessera del tifoso e con sanzioni amministrative e penali più pesanti, così come con l’arresto differito.

A Lecco la situazione è proporzionata alla dimensione della città e della squadra: anche qui ci sono degli ultras il cui numero è esiguo, si parla di una cinquantina di persone, e la situazione è abbondantemente sotto controllo. Quando si parla di ordine pubblico, però, non c’è mai da dormire su dieci cuscini perché i problemi possono emergere in qualsiasi momento e il questore ha una responsabilità assoluta”.