Inseguimento mortale, il moldavo agli agenti: “Non ricordo nulla”

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    LECCO – Le sue condizioni non sarebbero ancora stabili, ma nei giorni scorsi ha ripreso coscienza e i poliziotti sono riusciti a dialogare con lui: non un vero interrogatorio ma un primo tentativo di carpire dal malvivente informazioni utili alle indagini.

    Stiamo parlando del 25enne moldavo finito in ospedale a Lecco dopo il tragico inseguimento in cui ha perso la vita l’agente Francesco Pischedda, precipitando insieme al giovane delinquente giù per un viadotto della SS36 a Colico.

    Florea Veaceslav, dopo che i medici hanno ridotto i farmaci con i quali veniva tenuto in coma per favorire la guarigione, aveva aperto gli occhi ma senza proferire parola agli inquirenti. Questo accadeva circa due settimane fa, quando ancora non era chiaro se il 25enne non fosse in grado di parlare ancora a causa dell’effetto dei medicinali o perché avesse riportato danni permanenti .

    Nei giorni scorsi però gli investigatori della Polstrada, coordinati dal comandante Mauro Livolsi, hanno potuto parlare con il moldavo, approfittando della sua lucidità per notificargli il mandato di cattura internazionale emesso dalle autorità austriache per reati predatori.

    Riguardo ai fatti di Colico, il giovane avrebbe detto di non ricordare nulla. Difficile per gli inquirenti verificare se sia effettivamente la verità, dovuta al trauma subito, o se il 25enne stia semplicemente bleffando.

    Nel frattempo le indagini proseguono anche sul fronte dei due complici ancora in fuga, con l’analisi delle impronte, seppur parziali, ritrovate nell’abitacolo del Fiat Fiorino sul quale i tre malviventi, quella drammatica sera del 2 febbraio, scappavano dalla pattuglia della Polstrada che si era messa alle loro calcagna.