“Joele vive”: lacrime ai funerali del giovane ucciso nel Kent

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NIBIONNO – “Joele ci ha dato un grande esempio. L’esempio di come il mondo è difficile. Era partito per costruirsi un nuovo futuro, non ha mai mollato, fino a trovare il lavoro in Inghilterra. E’ stato tolto alla vita troppo prematuramente ma non dobbiamo bloccarci di fronte a questa tragedia, dobbiamo andare oltre, affidandoci a Dio e ritrovando la speranza”. Parole, quelle di don Luigi Bianchi, dirette ai cuori dei tantissimi giovani che hanno affollato, nel pomeriggio di domenica 15 dicembre, la parrocchiale di Tabiago, in occasione dei funerali di Joele Leotta.

Il parroco si è rivolto a loro in tono amichevole, per cercare di trovare un motivo per andare avanti, nonostante il dramma che si è consumato nel Kent lo scorso 20 ottobre (vedi articolo) e che ha visto morire il 20enne che viveva in paese insieme alla mamma Patrizia, papà Ivan e il fratello Massimo.
I giovani a volte sono illusi dal mondo che ci circonda, credono che uscendo dalla famiglia sia tutto facile, tutto pronto. Si scopre in realtà di quanto sia duro e difficile e Joele questo lo aveva capito. Aveva sempre lavorato, fino a quando era riuscito a partire per l’estero – ha continuato il parroco – Alex, Massimo, è anche grazie a Joele se ora state constatando quanto sia difficile crescere e quanto può essere crudele. Nonostante ciò dobbiamo trovare la forza di andare avanti, affidandoci al Signore. Lo so, sembra che non ci sia un perchè di questa morte, così violenta, ma Dio ci insegna che dobbiamo sempre affidarci a lui, alla sua volontà”.
Un pensiero anche per i genitori del giovanissimo, per la dignità con cui hanno affrontato questa difficile prova: “Una persona la si conosce nei momenti di difficoltà. Voi, Patrizia e Ivan, avete dimostrato una grandissima dignità. Sarebbe stato facile essere arrabbiati, avere sete di giustizia. Voi no, nessuna rabbia, la vostra attenzione è sempre stata solo su Joele. State dimostrando una serenità straordinaria, ringraziando chi vi è stato vicino e chi è stato vicino a Joele. Questo potrebbe essere definito un miracolo, o meglio, il miracolo di Joele che ora è in cielo e vi starà accanto per sempre”.

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La parrocchiale del paese non è riuscita a contenere le migliaia di persone giunte per dare l’ultimo saluto al giovane che era partito per l’Inghilterra con tanti sogni, spezzati in una notte in maniera atroce. Fuori dalla chiesa e per il paese i ragazzi hanno appeso degli striscioni di affetto e di speranza. Addosso a loro una maglietta nera su cui capeggiava in rosso la frase “Joele vive”.
Se a qualcuno di voi chiederanno chi era Joele rispondete che Joele non era ma che è uno di noi. Perchè che è morto significa solo che non è più vivo e non che non è più con noi. Grazie di esistere“. E’ il ricordo letto al termine della funzione dall’amico Massimo.
Pensiero che han racchiuso il senso delle parole di don Luigi: “Joele è vivo, è vero, è risorto. L’anima non può morire. Anzi, impariamo a pensare a lui come a un amico vicino a Dio e che dal cielo ci può aiutare”.
Al termine, la bara, portata in spalla dagli amici, ha raggiunto il cimitero di Nibionno per la tumulazione. Poi il lunghissimo corteo si è diretto a Musico di Costa Masnaga, al parchetto in cui Joele e i suoi amici si radunavano, e che l’amministrazione comunale ha deciso di intitolare alla sua memoria.