La società del tir: “Il mezzo viaggiava autorizzato dalla Provincia competente”

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Il momento del crollo del cavalcavia al passaggio del Tir della Nicoli Trasporti Spedizioni Spa

ALBINO (BG) – “Il nostro mezzo viaggiava nel pieno rispetto dell’autorizzazione rilasciata dalla competente Amministrazione Provinciale e delle norme del codice della strada che disciplinano il trasporto eccezionale”.

E’ la società Nicoli Trasporti Spedizioni Spa, proprietaria del tir crollato sulla Statale 36 dopo il cedimento del cavalcavia di Annone Brianza, a renderlo noto, di fatto puntando il dito contro chi, in questi giorni, “rende dichiarazioni non conformi al vero in merito al peso del veicolo”, cercando di “sviare l’attenzione dai fatti oggettivamente accaduti e dalle effettive responsabilità della tragedia”.

All’indomani del disastro sulla Statale 36 l’Anas aveva reso noto il peso (108 tonnellate) del tir che ha causato il crollo del ponte di Annone, dichiarandolo eccezionale e non autorizzato dall’ente strade ma dalla Provincia di Lecco. La risposta da Villa Locatelli non si è fatta attendere e nella serata di sabato l’ente ha smentito quanto affermato da Anas, dichiarando di non aver autorizzato il transito del tir.

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Questa la nota integrale della Società bergamasca:

“La società Nicoli Trasporti Spedizioni spa, rimasta suo malgrado coinvolta nel sinistro verificatosi in data 28 ottobre 2016 in Annone Brianza, esprime le più sentite condoglianze ai parenti del Sig. Claudio Bertini ed augura una pronta guarigione alle persone rimaste ferite tra cui il proprio dipendente.

Si coglie anche l’occasione per chiarire che, all’atto del sinistro, il proprio mezzo viaggiava nel pieno rispetto dell’autorizzazione rilasciata dalla competente Amministrazione Provinciale e delle norme del codice della strada che disciplinano il trasporto eccezionale.

Si invita pertanto chiunque a non rendere e pubblicare dichiarazioni non conformi al vero in merito al peso del veicolo e comunque alle condizioni in cui è stato eseguito il trasporto, lesive del rispetto delle vittime coinvolte nel sinistro, prima ancora che della professionalità e dell’immagine della società, essendo chiaramente volte a sviare l’attenzione dai fatti oggettivamente accaduti e dalle effettive responsabilità della tragedia”.