L’addio della città a Angelo Sala. “Era per la vita. Sempre”

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LECCO – “Non so quanti articoli ha scritto il nostro Angelo, non so quanti libri né quante pagine bianche ha riempito di significati umani e cristiani. So però che ha prestato la sua parola e il suo cuore a tutti quanti erano e sono alla ricerca della bellezza nella verità e per il bene dei singoli e delle famiglie, a iniziare dalla sua, della vita della Chiesa e della storia di questo territorio, tra un passato da non dimenticare, un presente ricco di responsabilità e un futuro da costruire”.

Erano in moltissimi, oggi pomeriggio nella chiesa parrocchiale del rione cittadino di Acquate, ad ascoltare monsignor Luigi Stucchi, vescovo ausiliare di Milano. E a dare l’ultimo saluto ad Angelo Sala, giornalista e scrittore, morto lunedì 4 novembre all’età di 61 anni.

Era grande amico, monsignor Stucchi, di Sala. E per lui – all’omelìa della cerimonia funebre concelebrata con il prevosto di Lecco monsignor Franco Cecchin, il parroco di Acquate don Carlo Gerosa e altri sei sacerdoti – il prelato ha avuto parole di stima e apprezzamento. “Faceva tutto appassionatamente e con convinzioni profondissime”, ha detto, per poi aggiungere: “So che, a motivo della malattia, un giorno con molta lucidità iniziò a scrivere l’ultimo articolo, l’ultimo capitolo del libro della vita. Quel giorno gli dissi: “Angelo, sarà il più bello di tutti”. Comprese subito e rispose affermativamente”.

“Noi siamo servi della vita e dobbiamo donarla al Signore – ha affermato monsignor Luigi Stucchi, la cui amicizia con Sala era nata nella redazione del settimanale cattolico “Il Resegone” di cui il sacerdote fu direttore responsabile e Angelo un prezioso quanto instancabile redattore – e lui sapeva che del Signore ci si può fidare”.

C’erano anche numerosi alpini, nella parrocchiale dedicata ai santi Giorgio e Caterina. C’era il vessillo dell’Ana di Lecco e c’erano, ai piedi dell’altare, i gagliardetti e i labari di decine di gruppi alpini del territorio. Tutti schierati per un omaggio al direttore responsabile della loro rivista trimestrale “Penna nera delle Grigne”. E per dirgli grazie. “Sì, vogliamo dirti grazie – ha detto una penna nera durante la cerimonia – per quello che hai fatto per noi in questi anni e per aver contribuito alla realizzazione del libro dedicato agli 80 anni della nostra sezione”.

La recita della preghiera dell’alpino ha preceduto la lettura del messaggio di cordoglio fatto pervenire da monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara – Comacchio e abate di Pomposa. “Angelo ha creduto fino in fondo nell’amore del Signore – ha scritto il prelato – consapevole che la vita non ci viene tolta ma si tramuta in una situazione definitiva”.

Quindi una voce femminile ha intonato il “Panis Angelicus”, “il canto – come ha ricordato monsignor Stucchi a conclusione del rito funebre – che Angelo portava nel cuore e che per lui era uno tra i più belli”.

Ai funerali era presente anche il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, che nelle ore successive alla scomparsa di Angelo Sala aveva scritto: “Viene meno un osservatore attento e mai banale, che sapeva tenere insieme l’amore per la cronaca e il gusto dell’approfondimento e della ricerca. Angelo è sempre stato in grado di coniugare con intelligenza e equilibrio la tradizione della fede con i valori attuali, con una passione smisurata per la promozione del nostro territorio e delle sue peculiarità”. “Il suo impegno – aggiungeva il primo cittadino – ha sempre avuto come perno centrale la cultura, sia che si parlasse di alimentazione, di montagna, di opere della sussidiarietà o di luoghi dedicati al sacro, ai quali ha dedicato gran parte del suo lavoro”.

Dopo il rito funebre la salma di Angelo Sala è stata tumulata nel cimitero di Castello.