Le condoglianze dei VVFF a Gian Attilio Beltrami. Il ricordo del vice prefetto

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    Gian Attilio Beltrami

    LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di cordoglio dei Vigili del Fuoco:

    “Con grande rammarico il Comando Provinciale partecipa al lutto che ha colpito amici e colleghi della delegazione Lariana del soccorso Alpino in seguito alla improvvisa scomparsa del Delegato Gian Attilio Beltrami.

    Coloro che lo hanno conosciuto e che hanno affrontato con lui tanti interventi di soccorso ne hanno potuto apprezzare la professionalità, il costante impegno e l’ammirevole spirito di collaborazione..

    Il Comandante, i Funzionari, il personale amministrativo e tutti i vigili permanenti e volontari di questo Comando esprimono la propria vicinanza alla famiglia in questo momento di grande dolore”.

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    “Un semplice ricordo……..” così inizia la lettera del viceprefetto di Lecco, dedicata alla memoria di Beltrami:

    “Conobbi Gian Attilio Beltrami nel 1996, appena arrivai a Lecco. Mi resi subito conto dell’importanza che rivestiva sul territorio il Soccorso Alpino e Speleologico lombardo: ma soprattutto mi resi subito conto dell’importanza di Gian Attilio, sia del Suo ruolo che della Sua persona, come di tutti coloro che ne facevano parte. Abbastanza silenzioso, sempre calmo in ogni evenienza, ma chiaro, determinato, possedeva, quando ti fissava, quello sguardo che rappresenta la perfetta fusione tra chi deve mantenere quella sicurezza necessaria per salvare o coordinare il salvataggio di vite umane, e l’umiltà di chi fa tutto il possibile per poterle salvare. Perché gli uomini del Soccorso Alpino e Speleologico salvano esistenze che si trovano, consapevolmente o meno, in situazioni estreme. Perché durante i sabati, le domeniche, i normali giorni della settimana, loro ci sono sempre, rischiando la propria vita. Ma poi i giorni passano, e ci si dimentica spesso di quelli che hanno rischiato e di quelli salvati.

    La morte di Gian Attilio rappresenta uno di quegli eventi che ti colpiscono, pur consapevoli che la morte è l’archetipo di quella condizione umana che molto spesso dimentichiamo che fa parte della nostra stessa essenza. Naturale. Indissolubile con la vita. Malgrado questo ti colpisce. Perché sai che non lo vedrai mai più. O forse sì. Lo riconoscerai nel cuore e nello duro sforzo, fisico e mentale, quotidiano, eterno, di tutti i suoi colleghi che continueranno a salvare vite umane rischiando la propria. E così, vivrà con loro”.

    Stefano Simeone