Una data che, purtroppo, è rimasta nei ricordi di tante persone
Il meteo cambia repentinamente: il sole lascia spazio a neve e forte vento. Cinque persone in difficolta sulla montagna…
LECCO – E’ il 18 gennaio 2004, una domenica, quando, sempre in Grignetta, si consuma una tragedia simile a quella che nelle scorse ore ha visto coinvolti Cristian Mauri e Paolo Bellazzi. Le variabili in montagna sono infinite, a testimonianza che anche una salita relativamente semplice come la Cresta Cermenati può rivelarsi ricca di insidie con particolari condizioni meteo.
Forse qualcuno (sicuramente i tecnici del Soccorso Alpino coinvolti) ricorda quella giornata di 21 anni fa che si concluse con un tragico bilancio di tre morti e due persone salvate in extremis.
La mattina presto il meteo è abbastanza buono e qualche escursionista ne approfitta per una veloce salita in cima. A metà mattina, però, il tempo cambia velocemente e, come sabato scorso, inizia a imperversare una vera e propria bufera con neve e vento fortissimo.
Dal sentiero della Cresta Sinigaglia, all’incirca nei pressi del Torrione Fiorelli, arriva una prima chiamata: un escursionista riferisce di aver perso il suo amico, probabilmente scivolato lungo il ripido pendio. Mancano pochi minuti alle 12, al telefono con gli operatori del 118 c’è Pietro Ghidini, 46 anni di Cusano Milanino (MI), mentre l’amico caduto nel vuoto è Antonio Lodi, 44 anni di Paderno Dugnano (MI).
Esce una prima squadra del Soccorso Alpino che, a causa delle condizioni proibitive, non riesce a raggiungere i due escursionisti. La squadra torna sui propri passi e riprova a raggiungere la Cresta Sinigaglia passando dal Traverso dei Magnaghi, ma anche questo tentativo di salvataggio fallisce. Sono momenti concitati, il rischio è altissimo, alcuni soccorritori vengono travolti da una valanga e si salvano solo perché procedono in cordata.
Gli stessi soccorritori, però, sentono delle grida di aiuto. Subito capiscono che ci sono altri escursionisti in difficoltà, probabilmente sul Sentiero dalle Capre, itinerario che sale parallelamente alla Cresta Cermenati, a Ovest del Canale Caimi. Così viene allertata una seconda squadra che, intorno alle ore 16.30, riesce a raggiungere le altre due persone bloccate nella bufera di neve: sono Santino Beretta, 47 anni di Nibionno, e Franco Franzoni, 45 anni di Calco; il primo sotto shock ma in buone condizioni, il secondo sfinito e in avanzato stato di ipotermia.
I due vengono recuperati, grazie a una finestra accessibile l’elisoccorso di Como si alza in volo e recupera l’escursionista più grave che, purtroppo, morirà poco dopo all’ospedale di Lecco. L’amico Santino Beretta, invece, viene riaccompagnato a valle dai tecnici del Soccorso Alpino.
Sempre negli stessi minuti, invece, due alpinisti non appartenenti al Cnsas riescono a raggiungere Pietro Ghidini sulla Cresta Sinigaglia e lo riaccompagnano a valle sano e salvo. Il corpo senza vita del compagnano di escursione, Antonio Lodi, verrà ritrovato soltanto nella serata del giorno successivo.
Purtroppo, però, quel giorno in Grignetta c’è un’altra persona chiamata a fare i conti con il proprio destino. E’ Mario Bruga, 29 anni di Oltrona San Mamette (CO), anche lui decide di andare a fare una escursione sulla montagna tanto amata. E’ la sera del 18 gennaio quando, dopo una giornata infernale, il telefono della centrale operativa del Soccorso Alpino al Bione squilla ancora, questa volta per il mancato rientro del giovane.
Le ricerche andranno avanti per giorni senza alcun esito. Dopo 18 giorni, a riaccendere le speranze è il ritrovamento del cagnolino Peter, malmesso ma vivo. Si continuerà a cercare ma di Mario Bruga non ci sarà traccia fino a primavera inoltrata con il tragico epilogo. E’ il 26 maggio 2004 quando il corpo senza vita viene individuato sotto il Caminetto Pagani da un escursionista di passaggio.