Addio a Silvio Puccio, storico insegnante del liceo G.B. Grassi di Lecco

Tempo di lettura: 2 minuti

Malato da tempo è morto all’età di 80 anni

I funerali giovedì alle 14.30 a Cassago Brianza

CASSAGO – E’ morto nelle scorse ore il professor Silvio Puccio, storico insegnate di Lettere del Liceo scientifico G.B. Grassi di Lecco. Malato da tempo, si è spento all’età di 80 anni. Silvio Puccio viveva a Cassago Brianza con la moglie Marinella e aveva quattro figli: Laura, Michele, Cristina e Davide. Era fratello dell’ex sindaco di Lecco (1970-1975) Guido Puccio.

Professore molto amato, è stato capace di lasciare il segno in intere generazioni di studenti. Era un insegnante dai modi diretti capace di entrare in empatia con i propri studenti. I funerali saranno celebrati giovedì 14 gennaio, alle 14.30, nella chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Brigida a Cassago Brianza.

Il ricordo di uno studente

“Eccolo lì, stretto tra decine di altri libri. Sono passati vent’anni, o forse qualcuno in più. Le pagine ingiallite, la colla della rilegatura è ormai secca. “La valigia” di Sergej Dovlatov, mi aveva ringraziato con un libro. Non mi ricordo più quale favore gli avessi fatto, sicuramente una sciocchezza, ma il professor Puccio, anche quella volta, aveva colto l’occasione per gettare un seme, con un gesto semplice di cui probabilmente solo oggi capisco veramente il senso.
Silvio Puccio non aveva bisogno di tante parole, bastava uno sguardo e capivi già tutto. A distanza di anni sfoglio velocemente le pagine di quel libricino che avevo letto in pochi giorni durante quell’estate e riaffiorano i ricordi. La passione per lo sport, il calcio. Dopo la lezione la consueta occhiata veloce alla Gazzetta dello Sport che un compagno, mi pare Matteo, comprava tutti i sacrosanti lunedì. La Juve, l’Inter, il Milan… la schedina del Totocalcio.
Il professor Puccio ti faceva sentire adulto. Senza mai venir meno al proprio ruolo, ti metteva al suo livello con tutto il carico di diritti, ma soprattutto doveri, che ne derivava. Ti spingeva, ti spronava e ti bastonava… Come dimenticare quella volta che è entrato in classe con la sciarpa che gli copriva tutto il volto, spuntavano solo quegli occhi chiari affilati come una lama. Con un gesto repentino getta le versioni di latino appena corrette sulla cattedra per poi uscire senza dire una parola sbattendo la porta. Siamo rimasti tutti interdetti, nemmeno il tempo di capire e lui, serio, rientra in aula picchiando il pugno sul tavolo e lapidario ci dice: “Mi vergogno come un ladro per questi voti: se non avessi dato un punto in più a tutti, qui non ci sarebbe nemmeno una sufficienza”.
Silvio Puccio era così, diretto, un insegnate dentro e fuori dalla scuola. E solo oggi che non c’è più, credo che molti dei suoi studenti, come me, si siano fermati un attimo a pensare, a raccogliere i ricordi, perché quello che siamo oggi è anche merito suo!”