Airoldi e Muzzi, 56 morti da fine febbraio. Sconforto alla casa di riposo

Tempo di lettura: 3 minuti
L'ingresso dell'Airoldi e Muzzi di Lecco

Sono 56 i decessi registrati all’Airoldi e Muzzi dall’inizio dell’emergenza

La RSA: “Permane la situazione di criticità”. Nuovi tamponi ai dipendenti

LECCO – “Tutti gli operatori stanno vivendo una dimensione di impotenza che sembra vanificare gli sforzi fatti e l’aumento del numero dei decessi grava sulla tenuta emotiva di tutti”. E’ la stessa direzione degli istituti Airoldi e Muzzi a raccontare la situazione di difficoltà all’interno della più grande casa di riposo della città, messa a dura prova dall’emergenza Coronavirus

Una situazione di “grande criticità” che permane, fanno sapere dalla Rsa, e che interessa
“molti degli ospiti degli Istituti”.

Dal 20 febbraio, data che viene usata dall’ATS Brianza per il monitoraggio dell’emergenza, al 28 aprile 2020, sono stati registrati 56 decessi, il doppio rispetto alla media storica di 20 decessi in due mesi. Si tratterebbe, spiegano dalla Rsa, di anziani di cui molti in condizioni critiche già prima dell’emergenza pandemica.

Tamponi effettuati anche a pagamento

Nel frattempo “prosegue – spiegano – l’esecuzione dei tamponi ai dipendenti, nonostante permanga la difficoltà di acquisirne un numero adeguato per le necessità della nostra struttura e per la tempistica della comunicazione dell’esito. Per aumentare il numero di tamponi a disposizione abbiamo iniziato ad usufruire del laboratorio dell’ASST- Ospedale Manzoni di Lecco, facendoci carico del costo dei tamponi e della loro analisi”.

I dipendenti sottoposti a tampone sono un’ottantina, di questi 28 sono risultati negativi, 35 positivi, 17 dipendenti in fase di valutazione. Alcuni tra i dipendenti sottoposti a tampone 18 sono rientrati in servizio dopo riscontro di doppio esito negativo.

Restano in malattia ben 89 operatori sul totale di 380 dipendenti in organico. Quello delle assenze è un dato in leggera diminuzione.

Le giornate degli ospiti

“In questi giorni – spiegano dalla Rsa – stiamo sperimentando le prime uscite di alcuni ospiti dai nuclei abitativi per brevi passeggiate nel parco, mantenendo rigorose procedure di sicurezza. La possibilità di passeggiare all’aria aperta avrà sicuramente effetti positivi sia dal punto di vista motorio che per il tono dell’umore”.

“In questo periodo – proseguono dagli istituti – abbiamo fatto tutto il possibile per mantenere, nonostante l’emergenza, la socialità all’interno della struttura grazie non solo alla presenza egli educatori, ma con la collaborazione di tutto il personale di cura che si è reso disponibile per un aiuto a rendere piacevoli le giornate degli ospiti In questi due mesi abbiamo cercato di mantenere vive le relazioni con i familiari attraverso telefonate, videochiamate e posta elettronica, consapevoli dei limiti di questi strumenti nel compensare la lontananza fisica imposta dall’emergenza. Molto numerose sono state anche le video chiamate che proponiamo agli ospiti che lo desiderano, cercando di mantenere un contatto telefonico, almeno settimanale, con tutti i familiari”.

“Per le situazioni di criticità sanitaria – concludono – il contatto viene mantenuto direttamente dal Medico di residenza o dal Coordinatore infermieristico. Siamo consapevoli che purtroppo, anche quando scemerà la gravità dell’emergenza sanitaria, la vicinanza fisica tra gli ospiti e i loro familiari dovrà assumere forme diverse e di particolare cautela, di cui attendiamo indicazioni dall’autorità sanitaria”.