Crollo del Ponte di Annone, gli indagati sono cinque

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Richiesto il rinvio a giudizio per cinque persone per il crollo avvenuto tre anni fa

Disastro colposo e omicidio colposo le ipotesi di reato. Si attende la data dell’udienza preliminare

ANNONE – Sono cinque gli indagati per il crollo del Ponte di Annone: la richiesta di rinvio a giudizio è stata depositata oggi dalla Procura di Lecco nei confronti dei lecchesi Angelo Valsecchi e Andrea Sesana (Provincia di Lecco), Giovanni Salvatore (Anas), Silvia Garbelli (Provincia di Bergamo) e Roberto Torresan, professionista incaricato da Anas di progettare i lavori di manutenzione del viadotto di Annone. Le ipotesi di reato sono disastro colposo e omicidio colposo.

Tre anni dal crollo

La notizia arriva a pochi giorni dal terzo anniversario del crollo del ponte: era il 28 ottobre del 2016 quando il manufatto cedette sotto il peso di un tir di oltre 100 tonnellate, uccidendo il civatese Claudio Bertini che con la sua Audi stava transitando sotto al ponte, di ritorno da Milano.

Il varo del nuovo ponte di Annone lo scorso maggio

Indagini complesse

Le indagini sono durate quasi tre anni. Nel mezzo una lunga perizia sui resti del ponte (quello nuovo è stato inaugurato lo scorso 1° luglio) e tre magistrati coinvolti: il fascicolo infatti è passato dalle mani prima del dottor Nicola Preteroti, poi della dottoressa Cinzia Citterio (entrambi trasferiti) e infine al dottor Andrea Figoni, attuale titolare insieme al procuratore capo Antonio Chiappani. 

il procuratore Antonio Angelo Chiappani

Gli indagati

Davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare di Lecco, in data da stabilire, si presenteranno così Angelo Valsecchi, classe 1966, dirigente provinciale alla viabilità, Andrea Sesana, classe 1981 di Oggiono, responsabile del servizio concessioni e reti stradali per la Provincia di Lecco, Giovanni Salvatore, classe 1960 di Taranto, capo del centro manutenzioni e responsabile Anas dal 2011 della tratta interessata dal crollo del viadotto sulla SS36, Silvia Garbelli, dirigente della Provincia di Bergamo, ente che aveva rilasciato alla ditta bergamasca di autotrasporti Nicoli (titolare del tir che ha causato il crollo del cavalcavia) l’autorizzazione alla circolazione del trasporto eccezionale e infine Roberto Torresan, incaricato nel 2013 da Anas di progettare la manutenzione del manufatto poi crollato.

Archiviata una posizione

Stralciata e archiviata invece la posizione di Eugenio Ferraris, altro dirigente della Provincia di Bergamo inizialmente finito nella cerchia degli indagati.