Calcio. Insulti razzisti a un giocatore della Zanetti, parla la società lecchese

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Pallone Calcio Arbitro

“Siamo contrari a ogni forma di razzismo e violenza verbale o fisica, la nostra lunga storia lo dimostra”

Sulla squalifica al dirigente lecchese: “E’ imbarazzante che il Giudice Sportivo della FIGC prediliga individuare un capro espiatorio, piuttosto che approfondire l’accaduto”

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa ufficiale della società sportiva O. Zanetti, a firma del Consiglio Direttivo e del Presidente Giancarlo Barindelli, in merito ai noti fatti di settimana scorsa in occasione di Zanetti – Bellagina.

“A seguito dei fatti avvenuti durante la gara di campionato O. Zanetti – Bellagina, di settimana scorsa valevole per il campionato Juniores, ci teniamo ad esprimere con forza e fermezza il nostro pensiero dopo che si sono espressi politici, tifosi, dirigenti sportivi, società ospite, arbitro e giudice di gara.
La società Osvaldo Zanetti è contraria a ogni forma di razzismo e violenza verbale o fisica, come principio fondante dello statuto societario; pertanto, condanniamo gli atti reiteratamente provocatori avvenuti nei riguardi di un nostro tesserato da parte di sedicenti “tifosi” ospiti e la reazione scomposta del ragazzo che si è sentito pungolato nel profondo. L’Asd O. Zanetti, è da oltre 75 anni una delle più importanti associazioni sportive della città di Lecco, ha al suo attivo 400 tesserati e oltre 60 dirigenti, che si fanno promotori dello sport come veicolo di formazione per i giovani, esempio di valori di lealtà e rispetto, di inclusione sociale e culturale.
Non è rispettoso nei confronti della nostra associazione fingere che tutto sia risolto, oltre che con la giusta squalifica del ragazzo, con una salatissima multa e una squalifica ad un dirigente. Per la sanzione pecuniaria, concorderemo con il gestore della struttura sportiva comunale che ci ospita la modalità risarcitoria, in quanto nonostante le reiterate richieste, non ci è permesso avere a disposizione la chiave che possa chiudere il cancello che delimita il perimetro del campo di gioco dagli spalti. Per quanto concerne la squalifica del dirigente è imbarazzante che il Giudice Sportivo della FIGC prediliga individuare un capro espiatorio, che ha cercato di calmare gli animi e con professionalità e passione svolge la sua mansione da anni, piuttosto che approfondire con i diretti interessati l’accaduto.
Noi andiamo avanti con i nostri sani e noti principi a tutta la comunità lecchese; continueremo a fare sport a modo nostro. Significa che il risultato come sempre lo mettiamo in secondo piano, in primissimo piano continueranno ad essere sempre benvenuti i ragazzi di ogni provenienza e di tutte le estrazioni sociali con il solo vincolo di essere appassionati sportivi.
No al razzismo, no alla violenza”.