Carlo Gilardi vuole tornare a casa. Il Garante: “Situazione non più sostenibile”

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Carlo Gilardi

Il Garante dei diritti incontra Carlo Gilardi all’Airoldi e Muzzi

L’anziano ha ribadito più volte di voler tornare a casa. Per l’autority serve una soluzione ora

LECCO – Domenica il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà si è recato presso la Rsa “Airoldi e Muzzi” di Lecco per incontrare il prof. Carlo Gilardi, l’anziano di Airuno sulla cui situazione si è acceso un caso nazionale e che è ospite della casa di riposo lecchese dal 30 ottobre dello scorso anno

L’incontro del signor Gilardi con il presidente Mauro Palma e con la dottoressa Gilda Losito, responsabile dell’Unità operativa “Privazione della libertà nell’ambito delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali” si è protratto per un paio d’ore durante le quali vi è stata anche l’occasione di avere un colloquio riservato e di intrattenersi nel piccolo giardino interno.

Nel corso del colloquio è stato anche stabilito un contatto telefonico con il sottosegretario di Stato al Ministero della salute Pierpaolo Sileri che ha potuto personalmente parlare con l’anziano professore.

“La visita – spiega il Garante – ha fornito la possibilità di verificare la sussistenza di adeguate condizioni di accoglienza, pur confermando il contesto, ribadito in molteplici occasioni dal signor Gilardi, della sua ferma e persistente opposizione alla propria permanenza nella struttura. Si tratta di una situazione che evidenzia il conflitto tra la volontà della persona e le decisioni adottate in ragione di una sua tutela e che finisce col determinare una privazione di fatto della sua libertà personale. Il suo desiderio, ribadito anche nel corso del colloquio, è di ritornare a una vita libera e agreste in quello da lui riconosciuto come proprio ambiente di vita”.

“Indipendentemente da polemiche e dal risalto mediatico della vicenda, il Garante nazionale – spiega la stessa autority – ritiene che il perpetuarsi di una situazione che limita, di fatto, la possibilità di autodeterminazione di una persona, senza l’effettiva costruzione di percorsi che possano condurre a un graduale e supportato ritorno al proprio contesto abitativo e di vita, ponga seri problemi relativamente ai diritti fondamentali di libertà e non sia ulteriormente sostenibile”.

“A prescindere, oggi, da ogni valutazione sulle ragioni che hanno portato alle iniziali decisioni circa il trasferimento nella struttura e senza alcuna interferenza su altre procedure di natura penale in corso, è opinione del Garante nazionale che si debba giungere a soluzioni che ristorino tutti i soggetti coinvolti, riconducano a normalità anche la stessa vita della residenza sanitaria e soprattutto restituiscano i propri incomprimibili margini di libertà al signor Gilardi”.

“Così recuperando il concetto di supporto che deve contraddistinguere l’azione delle figure di sostegno; azione mai sostitutiva della volontà della persona da tutelare e che, contrariamente a quanto avvenuto nel caso specifico, dovrebbe prevedere l’inserimento in istituzioni residenziali solo come misura da adottare dopo che tutte le altre vie siano state inutilmente esperite”.

Ancora nessun intervento alla casa del professore

Il Garante nazionale ha visitato anche la casa di Cerè ad Airuno dove il signor Gilardi vorrebbe ritornare a vivere.

“A seguito della visita effettuata è apparso evidente che, al momento, nessuna azione è stata avviata per la restituzione di quegli ambienti a condizioni di salubrità e di effettiva abitabilità attualmente inesistenti; si tratta di una tappa ineludibile e preliminare da avviare senza indugio, dato il troppo tempo già trascorso” esorta l’autorità dei diritti.

“Con altrettanta urgenza – aggiungono – il servizio sociale territoriale, con il pieno coinvolgimento del signor Carlo Gilardi, e in raccordo con l’amministrazione di sostegno e le figure di prossimità, dovrà predisporre il progetto abitativo e i relativi sostegni per l’inclusione necessari a garantire il rientro del signor Gilardi nella propria abitazione e nella propria comunità di riferimento”.