Caso Gilardi, il Tribunale: “Al lavoro per farlo tornare alla sua quotidianità”

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Nuova presa di posizione del Tribunale sul caso del professor Carlo Gilardi

“E’ una vicenda che merita riserbo e riservatezza. Al lavoro per ricondurre il professore alla sua quotidianità nei tempi e nei modi necessari alla tutela delle fragilità di cui è portatore”

LECCO – Una nota per ribadire la necessità di assoluto riserbo sulla vicenda e, al contempo, rassicurare sugli sforzi in essere per ricondurre l’anziano professor alla sua quotidianità nei tempi e nei modi necessari alla tutela delle fragilità di cui è portatore.

A pochi giorni della manifestazione pacifica per chiedere di far tornare Carlo nella sua Airuno, il Tribunale di Lecco torna a far sentire la propria voce in merito alla vicenda di Carlo Gilardi, l’anziano professore airunese, ospite dal 30 ottobre alla rsa Airoldi e Muzzi di Lecco su provvedimento del giudice tutelare. Un caso, il suo, che continua a far discutere e a spaccare l’opinione pubblica tanto che il presidente del Tribunale di Lecco Ersilio Secchi è voluto nuovamente intervenire sulla vicenda per ribadire come tutti gli attori istituzionali fin qui coinvolti, in primis il giudice tutelare e l’amministratore di sostengo, l’avvocato Elena Barra, abbiano agito nel rispetto delle normative e della figura del professor gentile.

“Il Tribunale ritiene di dover confermare la propria scelta di riserbo a tutela della persona e della salute del professor Gilardi, incluso il suo diritto alla riservatezza – si legge nella nota – . Si fa presente che l’attuale collocazione residenziale del professor Gilardi e le ragioni che l’hanno giustificata sono state oggetto di dettagliata relazione nelle sedi istituzionali a ciò deputate in via esclusiva”.

Non solo. “Si dà assicurazione che gli sforzi degli organi della procedura mirano a ricondurre il professor Gilardi alla sua quotidianità, nei tempi e nei modi necessari alla tutela delle fragilità di cui egli è portatore. Si confida che la ribadita posizione di riserbo del Tribunale, del Giudice tutelare e dell’amministratore di sostegno sia condivisa dalle Istituzioni coinvolte a diverso titolo nella vicenda”.