Catalogo donne single, al via il processo, otto donne parte civile

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Catalogo donne single, in Tribunale comincia il processo

Il caso ‘apripista’ in Italia. Assente Marongelli, otto donne si costituiscono parte civile

LECCO – Ha preso il via questa mattina, venerdì 5 aprile, il processo nei confronti di Antonio Nicola Marongelli, l’autore del “Catalogo di profili Facebook di donne single che vivono a Lecco”. Un caso ‘scoppiato’ nel maggio di due anni fa, nel 2017, quando in rete è comparso un documento contenente i profili di donne che dichiarano di vivere in città e Provincia e di essere single. 1.218 i profili selezionati dall’autore, acquistabile al prezzo di 6,74 euro.

La class action

Dopo la scoperta del catalogo immediata era stata la mobilitazione della Provincia di Lecco, attraverso la consigliera alle Pari Opportunità Adriana Ventura, e di diverse donne finite nel catalogo, che avevano sporto denuncia alle forze dell’ordine. Anche le Iene si erano interessate del caso, girando diversi servizi proprio a Lecco e incontrando lo stesso autore del catalogo. A guidare la class action delle vittime l’avvocato Marisa Marraffino, esperta di reati informatici, tramite la quale una ventina di donne offese hanno presentato una querela in Tribunale a Lecco. Dopo l’avvio delle indagini il catalogo era stato subito ritirato dal web, anche se, come ricordato dallo stesso legale, sicuramente diverse copie – impossibile stabilire quante – sono rimaste in circolazione. Nel catalogo c’erano anche alcune donne vedove e persino delle minorenni, prese in carico dal Tribunale dei Minori di Milano.

La copertina del “Catalogo delle Donne Sigle di Lecco”

Il processo: un caso unico

Al termine delle indagini l’avvio del processo penale nei confronti di Antonio Nicola Marongelli, 49enne ai tempi dei fatti, lecchese. Una battaglia che non si preannuncia facile, vista la mancanza di precedenti in materia, almeno dal punto di vista penale. L’autore del catalogo, difeso dall’avvocato Stefano Pelizzari e oggi assente in aula, dovrà rispondere dei reati di diffamazione e trattamento illecito dei dati. “Sarebbe bello ottenere almeno la condanna per diffamazione, anche se non sarà facile, ci sono tante variabili da definire” ha commentato l’avvocato Marraffino, che questa mattina, di fronte al giudice Maria Chiara Arrighi e al Pubblico Ministero Caterina Scarselli, ha richiesto la costituzione a parte civile di otto donne, finite a loro insaputa del catalogo.

Il 10 maggio si torna in aula

Non solo: parte civile al processo vorrebbero costituirsi anche l’associazione Telefono Donna e la consigliera alle Pari Opportunità Adriana Ventura. Alla vicenda giudiziaria è interessato anche il programma televisivo “Un giorno in Pretura” di Rai 3, che vorrebbe riprendere il processo per una puntata televisiva in programma. Una richiesta che verrà valutata nelle prossime settimane dalle parti, così come la costituzione a parte civile di Telefono Donna e di Adriana Ventura, con l’udienza aggiornata al prossimo 10 maggio