Condannata per terrorismo, lavorava come badante. Ora espulsa dall’Italia

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Salma Bencharki, uscita dal carcere, era in prova come badante presso una coppia di anziani

Rintracciata dalla Digos di Lecco ed espulsa dall’Italia

LECCO – Aveva finito di scontare la sua condanna e aveva già trovato lavoro come badante per una coppia di anziani in Brianza, ma non è durata molto la libertà di Salma Bencharki in Italia: la donna è stata raggiunta da ordine di espulsione e accompagnata in Marocco, il suo paese di origine.

I dettagli notizia dell’allontanamento della terrorista, già battuta ieri dal Ministero dell’Interno, sono stati diffusi giovedì mattina in una conferenza stampa in Questura a Lecco.

Proprio a Lecco la donna era stata arrestata nel 2016 insieme al marito Abderrahim Moutaharrik, il ‘pugile’ dell’Isis come è stato definito dalla stampa, fermato all’uscita dall’azienda di Valmadrera dove lavorava come operaio.

Le foto dell’arresto dell’uomo, campione di kickboxing, sono state diffuse per la prima volta oggi.

L’arresto di Abderrahim Moutaharrik a Valmadrera

Entrata in carcere il 28 aprile del 2016, condannata a 3 anni e 4 mesi di pena (scontata rispetto ai 5 anni in primo grado), dal dicembre del 2017 Salma aveva potuto godere della misura alternativa degli arresti domiciliari presso l’abitazione dei genitori a Primaluna.

A febbraio di quest’anno, con la sentenza di condanna diventata definitiva in Cassazione, la donna era stata riportata dietro le sbarre del Bassone a Como, ma le restavano da scontare solo una quindicina di giorni.

La Digos di Lecco, che aveva effettuato le indagini e compiuto gli arresti sul caso di terrorismo islamico nel lecchese, aveva continuato a tenere alta l’attenzione sulla donna anche dopo la scarcerazione.  L’ordine di allontanamento per motivi di sicurezza dello Stato, è stato firmato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Domenico Nera, capo della Digos di Lecco

“Avuto contezza dell’atto di espulsione nei suoi confronti, è stata incrementata l’attività informativa, ma rintracciarla non è stato semplice – spiega Domenico Nera, dirigente della Digos – formalmente risultava ancora residente a Lecco e domiciliata dai familiari a Primaluna ma era libera di potersi muovere sul territorio nazionale. Cercava lavoro e stava svolgendo un periodo di prova come badante presso una coppia di persone anziane dove è stata individuata”.

La famiglia in questione pare fosse totalmente all’oscuro del passato della donna. “Salma e il marito, prima del loro arresto, non avevano dato alcuna evidenza all’esterno della loro radicalizzazione e pericolosità – ha ricordato Nera – Moutaharrik lavorava regolarmente e anche la moglie in passato aveva trovato impiego come cameriera in un locale del centro”.

L’espulsione in Marocco

Salma Bencharki è stata prelevata dal personale della Digos con il supporto degli uomini delle Volanti.  L’espulsione, la cui procedura è stata seguita dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Lecco, è avvenuta attraverso un volo da Malpensa a Casablanca.

Il dirigente Torrisi dell’Ufficio Immigrazione

“E’ stata realizzata un’attenta istruttoria – spiega il dirigente Rosario Torrisi dell’Ufficio Immigrazione – il 12 agosto, rintracciata la donna, è stato chiesto al Tribunale di Milano la convalida dell’allontanamento, il giorno successivo si è svolta l’udienza nel corso della quale il giudice ha ritenuto sussistere le condizioni per il provvedimento”.

“Complicata è stata l’esecuzione effettiva – prosegue Torrisi – abbiamo dovuto ottenere l’autorizzazione di una compagnia aerea ad avere a bordo la passeggera, inoltre era da poco scaduto il suo passaporto ed è stato necessario il ‘lascia passare’ del Consolato marocchino. Avuto tutti i documenti necessari, la straniera è stata accompagnata a Malpensa e scortata sul volo”.

Salma è una cittadina libera in Marocco ma non potrà rientrare in Italia per i prossimi 10 anni. I suoi figli, su cui aveva perso la responsabilità genitoriale, sono stati affidati al Comune di Valmadrera e collocati presso l’abitazione dei nonni. Anche il marito Moutaharrik, quando finirà la sua pena nel 2022, sarà espulso dall’Italia.

La conferenza stampa in questura, al centro il vice questore Mazza

“L’allontanamento della donna dal suolo italiano è avvenuto in concomitanza con la revoca della cittadinanza al coniuge. I due si aspettavano provvedimenti nei loro confronti e abbiamo dovuto agire in modo coordinato – ha spiegato il vice questore Carlo Ambrogio Enrico Mazza.

La rete del terrore

“E’ il completamento di un’operazione di contrasto al terrorismo internazionale avviata nel 2015” sottolinea il vice questore.

Un’inchiesta che ha permesso di far luce sulle frange di terrorismo islamico nel territorio lecchese e che ha portato anche agli arresti, fuori provincia, di Khachia  Abderrahmane a Varese e Wafa Koraichi a Baveno, con cui erano in contatto gli arrestati lecchesi, oltre che di Yuce Ümit, ‘reclutatore’ arrestato in svizzera grazie alle indagini della Digos di Lecco.

Mohamed Koraichi con uno dei suoi figli in una delle immagini inviate all’amico Moutaharrik

Restano ricercati Mohamed Koraichi, fratello di Wafa, e Alice Brignoli, già residenti a Bulciago e fuggiti con i figli in Siria per unirsi all’esercito del Califfato.

Il viaggio verso la Siria di Mohamed Koraichi, ricostruito dagli inquirenti attraverso i pagamenti elettronici

Proprio questi ultimi, Salma e Moutaharrik avrebbero dovuto raggiungere in Siria, ma i problemi al confine della regione, per la presenza dell’esercito russo, avrebbero spinto l’organizzazione terroristica ad attivare la coppia lecchese direttamente in Italia,con l’ordine di colpire in Vaticano nel periodo di Pasqua del 2016.