Coronavirus, in Lombardia la crescita si è ‘arrestata’. I dati

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Giulio Gallera e Attilio Fontana

Il punto sul contagio con l’assessore al Welfare Giulio Gallera: “Siamo in una fase di stabilizzazione”

A Lecco 1594 casi, 42 in più di ieri. Il professore del Niguarda: “E’ tempo di pensare ai test anticorpali”

MILANO – “Anche oggi i dati sono confortanti, possiamo dire che si è arrestata la crescita e siamo in una fase di stabilizzazione che tende a ridursi. Anche dai Pronto Soccorso del territorio abbiamo notizie di una riduzione molto significativa degli accessi, i nostri ospedali stanno iniziando lentamente a respirare. Ma, lo ribadisco, dobbiamo resistere e continuare a rimanere in casa, è ora che dobbiamo tirare fuori il nostro carattere”. Lo ha detto l’assessore Giulio Gallera nel consueto punto sull’emergenza Coronavirus, durante il quale sono stati diffusi i dati del contagio relativi alla giornata di oggi.

I dati generali

I dati Provincia per Provincia

Usca: in una settimana 1233 visite

Si sta per concludere la prima settimana di molte Unità Speciali di Continuità Assistenziale avviate proprio lunedì (eccezion fatta per Bergamo e Pavia dove le Usca erano partite già dalla scorsa settimana): “In cinque giorni sono già state effettuate 1233 visite, qualcuno dirà che sono poche ma si tratta di un numero importante. A breve partiranno anche le prime degenze di sorveglianza” ha fatto sapere Gallera

Test sierologici per scoprire l’eventuale risposta immunitaria

Alla conferenza stampa era presente anche il professore Carlo Federico Perno, dir. Analisi Chimico cliniche e virologia del Niguarda di Milano che ha parlato dei test anticorpali in fase di avvio in Regione Lombardia (e in Italia): “In tre mesi questo virus ha fatto un disastro ma è altrettanto vero che la medicina si è mossa ad una velocità incredibile – ha detto il professor Perno – ora siamo arrivati in una fase di lenta discesa, ed è tempo di pensare in nuovo. I test anticorpali, per definizione, sono utili quando la malattia ha una certa storia perché gli anticorpi, che si trovano nel sangue, compaiono dopo un certo tempo che il virus è entrato nel nostro organismo. Se oggi fosse il giorno zero – ha spiegato – ci vorrebbero 2-3 settimane prima della loro comparsa”.

Il professor Perno

Con un importante numero di guariti in Lombardia, oltre 10 mila, è tempo insomma di pensare agli anticorpi. “Solo così saremo in grado di misurare la risposta dell’organismo al virus, per sapere se lo abbiamo conosciuto e, soprattutto, se abbiamo sviluppato una risposta immunitaria. Questo è il tempo corretto di iniziare a fare questi test, che possono essere di due tipi: rapido, tramite prelievo dal polpastrello, o il classico prelievo venoso che a mio parere è il più sicuro e preciso in termini di risposte”.

“Il test anticorpale non sostituisce il tampone”

“Il test sierologico, è bene precisarlo, non sostituisce in assoluto il tampone. Il tampone è importante e indispensabile perché ci permette di individuare i contagi, il test anticorpale ci dice come si comporta l’organismo di chi ha incontrato il virus, la sua reazione. I test anticorpali sono più sostenibili dei tamponi, se ne possono fare migliaia al giorno e la processione è veloce, 24 massimo 48 ore per avere il risultato. Questo ci permetterebbe, appena pronti a partire, di avere in breve un quadro della situazione dal quale dipenderà poi la decisione, politica, in merito alla ripartenza del Paese. Dobbiamo però tenere presente che il test ci dice che la persona ha incontrato il virus, ma non vuol dire che ne sia protetta. Questo andrà scoperto, se così fosse avremmo certamente una tranquillità in più” ha concluso il professore.