Coronavirus, ricoverato a Lecco il 17enne valtellinese positivo al test

Tempo di lettura: 3 minuti
L'ospedale Manzoni di Lecco

Il ragazzo, primo caso positivo di Coronavirus in provincia di Sondrio, studia e risiede in un convitto a Codogno

Oggi pomeriggio è stato ricoverato all’ospedale Manzoni di Lecco. Le sue condizioni non desterebbero preoccupazioni

LECCO – E’ stato ricoverato nel primo pomeriggio di oggi, domenica, all’ospedale Manzoni di Lecco il ragazzo di 17 anni residente in Valdidentro (Sondrio) risultato positivo al test del Coronavirus.

Il giovane, come emerso, è studente di agraria in un istituto di Codogno, nel lodigiano, come noto focolaio della diffusione del Coronavirus in Lombardia. Venerdì scorso, 21 febbraio, il ragazzo è rientrato a casa per il weekend, accusando malessere. Sono stati i genitori ad allertare il 112 che l’indomani mattina, sabato, ha provveduto ad effettuare il tampone sul giovane, risultato poi essere positivo. La notizia, però, sarebbe stata appresa dalla famiglia solamente questa mattina, domenica, dai media.

Proprio questa circostanza ha spinto i genitori del ragazzo, sostenuti da un legale, a scrivere una lettera di chiarimento sulla vicenda. Nella nota stampa diffusa oggi e che riportiamo qui sotto, si chiarisce che il ragazzo intorno alle 14.30 è stato trasportato in ambulanza al nosocomio lecchese dove si trova ricoverato nel reparto di Malattie Infettive, diretto dal dottor Paolo Bonfanti.

“Il ragazzo sta bene – ha fatto sapere Ezio Trabucchi, l’avvocato che sta seguendo la famiglia del giovane – le sue condizioni non destano particolari preoccupazioni”.

La lettera integrale scritta dai genitori del ragazzo

Siamo i genitori del ragazzo di Valdidentro, risultato positivo al coronavirus. Abbiamo saputo della positività di nostro figlio solamente nella tarda mattinata di oggi, leggendo la notizia diffusa dai media (giornali e social). Sconcertati per questo modus operandi e soprattutto preoccupati per la salute di nostro figlio, abbiamo contattato l’avv. Ezio Trabucchi, chiedendo di svolgere tutte le verifiche necessarie. Dopo pochi minuti, il legale ci comunicava:

– di aver sentito personalmente la dott.ssa Lorella Cecconami, Direttore Generale della ATS Montagna, la quale confermava la positività del nostro ragazzo e dava atto che (per ragioni non ancora appurate) la notizia effettivamente non ci era ancora stata data;
– di aver parlato anche con alcuni giornalisti, i quali affermavano che la notizia era già nota ieri e data come certa.

Poco dopo aver interloquito con l’avvocato Trabucchi, abbiamo ricevuto la telefonata dalla ATS Montagna, la quale ci comunicava che nostro figlio era risultato positivo al coronavirus, invitandoci a tenerlo in casa e a monitorare la temperatura, senza aggiungere altro.

Ciò premesso, dobbiamo precisare alcuni aspetti della vicenda, a fronte di notizie totalmente infondate diffuse dai media nelle ultime ore:

– nostro figlio, classe 2002, frequenta la scuola agraria di Codogno e da Codogno è giunto a casa in Valdidentro alle 17 di venerdì 21 febbraio. Alle 21,30, senza sintomi in particolare ma sentendo cosa dicevano alla televisione, ha misurato la febbre: 38,3 gradi.

– Noi genitori abbiamo chiamato il 112 come da indicazioni e dopo 20 minuti è stato detto al ragazzo di non preoccuparsi e tenere la febbre misurata.

– Alle 23,30 del venerdì siamo stati contattati ancora dal 112, il quale, visto l’evolversi della situazione, ci comunicava che era il caso di andare a Lecco la mattina seguente per fare il tampone.

– Alle otto di sabato 22 febbraio, il 112 ci ha risentiti, comunicando che verso le undici e mezza gli operatori sanitari sarebbero passati a casa a fare il tampone a nostro figlio nonché a fare gli esami del sangue al ragazzo e a noi genitori. Così è successo.

Alle 18 di sabato una dottoressa ha chiamato per sapere le condizioni di nostro figlio e poi silenzio fino alla nostra chiamata, domenica mattina, all’avv. Trabucchi, affinché, come detto, ci aiutasse a capire quanto stava succedendo a fronte delle notizie diffuse dai media.

Verso le 11.15 di domenica mattina ci ha chiamato la ATS Montagna per informarci che, appena si fosse liberato un posto, nostro figlio sarebbe stato trasportato in ospedale a Lecco. Alle 14.10 di domenica 23 febbraio siamo stati avvisati dalla ATS che a breve verra trasportato in ospedale a Lecco.  Nostro figlio sta abbastanza bene e pare che la sua situazione non desti particolare preoccupazione.

Inutile dire che, senza voler fare polemiche, il venire a sapere della positività di nostro figlio in questo modo non è francamente condivisibile.  Siamo rimasti in angoscia per tante ore senza avere notizie dirette. Ora vogliamo solo pensare alla salute del nostro ragazzo, sperando in bene.

I genitori del ragazzo positivo al Coronavirus