Ferrhotel: dopo i migranti, potrebbe ospitare i pazienti in quarantena

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Il Ferrhotel

Si cercano strutture per le persone impossibilitate a passare l’isolamento a domicilio

I locali del Ferrhotel potrebbero tornare utili in questa nuova emergenza

LECCO – Si chiama “degenza di sorveglianza” e riguarda le persone affette da Coronavirus che non necessitano di cure ospedaliere, accusano solo sintomi lievi, ma che devono comunque restare in quarantena. Non tutti i malati però sono nella possibilità di svolgere l’isolamento nelle proprie abitazioni, se prive di spazi sufficienti a tutelare i propri familiari e ad evitare contagi.

Per questo ATS, Prefettura, ASST e il Comune di Lecco sono al lavoro per cercare delle strutture dove poter collocare questi soggetti e consentire loro di guarire definitivamente dal virus prima di fare ritorno alle proprie abitazioni.

Diverse, hanno spiegato in una nota, le possibilità al vaglio delle istituzioni, tra queste c’è anche il Ferrhotel, in prossimità della stazione dei treni, che fino a dicembre aveva ospitato il centro d’accoglienza per stranieri. Dopo essere stato per cinque anni il simbolo a Lecco dell’emergenza immigrazione, l’immobile potrebbe essere di nuovo utile per affrontare la nuova emergenza.

Il Ferrhotel può ospitare fino a cento persone, almeno questi erano i numeri dei suoi ospiti all’apertura del centro di accoglienza, scesi ad una settantina nell’ultimo periodo. Al momento, l’utilizzo del palazzo delle ferrovie sarebbe sono una delle ipotesi e, da quanto appreso, potrebbe necessitare di piccoli interventi per essere di nuovo fruito.

Sullo sfondo il Ferrhotel, quando era centro di accoglienza dei richiedenti asilo

La Regione stanzia 11 milioni di euro

Nel frattempo Regione Lombardia ha stanziato delle importanti risorse per sostenere il sistema di degenze di sorveglianza sul territorio lombardo.

“Attraverso lo stanziamento di 11 milioni di euro – ha spiegato il consigliere regionale Mauro Piazza – Regione ha disposto che questi pazienti possano usufruire di un periodo di osservazione in ambiente protetto, all’interno di strutture sanitarie o sociosanitarie non utilizzate, o di altre strutture ricettive (alberghi), adeguatamente attrezzate di presidi sanitari idonei. Saranno le Ats, attraverso avvisi pubblici, ad individuare i gestori di strutture disponibili”.

“L’accesso alla struttura -ha proseguito Piazza- potrà avvenire su proposta di un medico di medicina generale  previa verifica delle condizioni cliniche diretta o effettuata dalle Unità Speciali Continuità Assistenziali (USCA). Le USCA sono equipe di medici che rappresentano la risposta territoriale al monitoraggio e contenimento del contagio, e saranno operative da questa settimana su tutte le Provincie”.

Ai pazienti, spiega Piazza, viene garantita una sorveglianza sanitaria h 24 da parte di professionisti delle professioni sanitarie e di personale di supporto (rapporto 1 +1 a turno su moduli di 20 posti letto). Il personale dovrà svolgere una adeguata formazione (di almeno 4 ore) specifica per la sorveglianza di questa tipologia di pazienti”.