Nell’emergenza il grande impegno delle onoranze funebri: “Il virus ci ha messo a dura prova”

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Un ruolo delicato nei giorni dell’emergenza

“Non poter piangere i propri cari è l’aspetto più difficile”

LECCO – Sono tanti i soldati che stanno facendo la loro parte nella battaglia contro il coronavirus. Impegnati in prima linea ci sono anche le imprese di onoranze funebri che, in questa situazione di emergenza, sono un importante sostegno per le famiglie che perdono i propri cari. Il fatto che le famiglie non possano nemmeno piangere i propri defunti è di sicuro l’aspetto più difficile da accettare e che, emotivamente, ha messo a dura prova tutti.

Maristella Carnio, presidente del gruppo onoranze funebri di Confcommercio Lecco

Maristella Carnio della Carnio Onoranze Funebri di Casatenovo è anche presidente del gruppo onoranze funebri di Confcommercio Lecco che raccoglie circa l’80% delle imprese funebri lecchesi: “Fortunatamente sono volontaria nella Croce Rossa di Casatenovo oltre che consigliere regionale Cri perciò, essendo al corrente di quello che stava succedendo, ho cercato di diffondere fin da subito ai colleghi le informazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e le indicazioni sull’utilizzo dei dispositivi di protezione (Dpi) – racconta -. Tutte le imprese funebri hanno una piccola scorta di Dpi ma, da un giorno con l’altro, ci siamo trovati con un numero di decessi tale per cui abbiamo capito subito che non bastavano”.

“Mai come in questo caso l’unione ha fatto la forza e ci siamo aiutati tra colleghi – continua -. Un grazie alla Protezione Civile lecchese perché anche tramite loro siamo riusciti a reperire i dispositivi di protezione. Nell’emergenza siamo rimasti molto uniti e, anche grazie a questo, non abbiamo avuto situazioni di contagi nel settore. Certo, avremmo avuto anche noi bisogno di un minimo di attenzione in più da chi di dovere”.

In un lavoro già delicato, la tensione emotiva è cresciuta con l’emergenza: “Spiegare ai nostri clienti perché arriviamo tutti coperti o perché non possiamo fare determinate cose non è semplice. Il numero di decessi ha avuto un’impennata veloce nei primi giorni, ci sono state imprese che sono arrivate a fare anche 17 decessi in un solo giorno. Adesso fortunatamente i numeri sono più gestibili. Tutto il nostro modus operandi è stato stravolto, è cambiata la gestione delle procedure. Ci sono stati comuni come quello di Lecco che hanno saputo adeguarsi al momento di emergenza con l’attivazione di procedure on-line per non allungare i tempi e mantenere il distanziamento sociale. A livello burocratico, poi, c’è voluta questa emergenza per attivare procedure che dovevano essere già adottate da anni”.

Gli addetti ai servizi funebri durante la vestizione con tutti i dispositivi di protezione

L’aspetto umano, però, è quello più delicato: “Le persone pensano di poter andare a trovare per l’ultima volta il proprio caro ma non è così. Umanamente sono situazioni difficili da gestire: bisogna dire a un figlio che non può vedere il papà o la mamma nemmeno per l’ultima volta. La mia stessa famiglia non ha avuto la possibilità di dare un ultimo saluto a  nostra nonna. Emotivamente è spiazzante. E’ una situazione che viviamo tutti i giorni cercando di stare vicino ai parenti magari anche solo passando col carro funebre sotto la loro abitazione per un saluto dal balcone”.

“La cosa che più mi ha impressionato in questa situazione? Il numero di salme all’interno delle camere mortuarie. E’ una cosa che non avevo mai visto e spero di non rivedere più. Finché ne parlavano i miei collaboratori lo immaginavo ma fino a un certo punto, quando sono andata di persona stentavo a credere ai miei occhi. Nei giorni di massimo lavoro ho fatto fatica a prendere sonno perché il timore era quello di non riuscire a dare risposte ai miei clienti. Emotivamente siamo tutti feriti”.

Claudia Crippa, Onoranze Funebri Gelindo Crippa di Oggiono

“Nessuno ci pensa ma anche noi siamo in prima linea tutti i giorni – dice Claudia Crippa delle Onoranze Funebri Gelindo Crippa di Oggiono -. Il nostro lavoro è cambiato in pochissimo tempo tra dispositivi di protezione e internet come unico mezzo di comunicazione con i parenti dei defunti, però ci siamo dati da fare e ci siamo aiutati tra colleghi. All’inizio abbiamo avuto paura anche noi, abbiamo cercato di essere presenti e mantenere un alto livello di servizio anche se eravamo al collasso. Ci sono state giornate che non finivano mai. Nel contempo cerchiamo di stare vicini alle famiglie spiegando nuovi comportamenti e nuove norme”.

L’aspetto più difficile di tutta questa situazione? “E’ stato straziante vedere famiglie non poter salutare un’ultima volta il loro caro. La gente non si rende conto: proviamo a dare conforto a persone che non hanno più avuto la possibilità di vedere il loro familiare dal momento del ricovero in ospedale, famiglie che non possono accompagnare il defunto al cimitero perché in quarantena. E’ una cosa che non auguro a nessuno. Sono momenti difficili, questo coronavirus ci ha messo e ci sta mettendo a dura prova”.

Vittorio Castagna, Vallini & Castagna Onoranze Funebri

“Ho visto tanta gente disorientata. La cosa più brutta è vedere le persone che non possono assistere i loro familiari. Noi siamo i loro occhi, siamo le persone più vicine ai loro cari” ci ha detto Vittorio Castagna delle Onoranze Funebri Vallini & Castagna di Lecco.

“Dal punto di vista dei dispositivi di protezione mia sorella Adriana si è occupata di organizzare tutto, mentre Confcommercio Lecco, attraverso la presidente del nostro gruppo, ha subito attivato un canale di comunicazione molto efficiente. Poi c’è stata molta collaborazione tra di noi. All’inizio anche per noi c’è stata un po’ di paura perché non sapevamo a cosa si andava incontro”.

“La situazione è ancora difficile ma rispetto a qualche settimana fa adesso è gestibile – continua -. Con il covid abbiamo dovuto cambiare improvvisamente il nostro modo di lavorare e non è stato affatto semplice. Fortunatamente abbiamo trovato un valido supporto nel comune di Lecco, voglio ringraziare gli impiegati che si sono messi a disposizione anche la domenica per darci i documenti e non rallentare il lavoro”.

E poi c’è l’aspetto emotivo: “Ci sono stati giorni in cui arrivavano tantissime chiamate, è stato davvero pesante sia a livello fisico che mentale. Quando iniziai a lavorare ricordo che a seguito di una febbre particolare ci trovammo di fronte a un elevato numero di decessi, ma nulla di paragonabile nemmeno da lontano a questo coronavirus”.