Imprenditore, grande lavoratore e “un vero amico”: il ricordo di Alberto Gianola

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Alberto Gianola, titolare delle Trafilerie di Malavedo

Dolore per la scomparsa di Alberto Gianola titolare delle storiche Trafilerie di Malavedo

Il ricordo del sindaco Brivio, del presidente Sabadini di API Lecco e dell’amico Gabriele Perossi

LECCO – “Era una figura imprenditoriale importante per la nostra città, erede di una tradizione industriale che è parte della nostra storia. Sicuramente di Laorca: essenziale nei modi, determinato, ma dal cuore grande”.

Così il sindaco Virginio Brivio ricorda Alberto Gianola, titolare delle trafilerie di Malavedo scomparso sabato all’ospedale Niguarda di Milano, dove era ricoverato dopo essere stato colpito dal Coronavirus (QUI L’ARTICOLO). Tanto è il dispiacere nel mondo imprenditoriale per una figura storica della metalmeccanica lecchese, così come il dolore nel rione e tra le tante persone vicine alla famiglia.

Il sindaco Virginio Brivio

“Ho avuto modo negli anni di conoscerlo – spiega il sindaco Brivio – oltre per le vicende imprenditoriali e per il suo impegno associativo nell’Api, l’associazione delle piccole imprese che ha contribuito a fondare, anche per la familiarità con suo fratello, padre Augusto Gianola, di cui abbiamo celebrato il ricordo in una mostra in municipio solo due anni fa. E’ stata un’occasione importante e che ha coinvolto tante persone e anche gli studenti delle scuole. Recentemente si era reso disponibile per un suo coinvolgimento nel progetto Laorca Lab, in sostegno dei quartieri di Laorca e Malavedo”.

Imprenditore e grande lavoratore, una persona speciale

“Ce l’ho nel cuore”. Luigi Sabadini, presidente di Api Lecco, è affranto per la scomparsa di Alberto Gianola. “Era un grande lavoratore, un imprenditore che conosceva davvero il lavoro e aveva rispetto per tutti, sia nel suo ruolo di titolare che come associato. Una persona speciale”.

Gianola premiato da Api Lecco lo scorso anno nel 70esimo dell’associazione. A destra il presidente Luigi Sabadini a sinistra il presidente nazionale Maurizio Casasco

“Le trafilerie di Malavedo sono state tra le aziende fondatrici di Api Lecco e ricordo con affetto il viaggio insieme a Roma per il 70esimo dell’associazione – prosegue Sabadini – Era molto apprezzato, aveva ricoperto diversi incarichi in Api, riusciva a risolvere i problemi con serenità e serietà. Abbiamo tutti tantissimi ricordi insieme. E’ una delle croci e dei dolori che questo momento difficile costringe a portarci dentro”.

Un amico, dentro e fuori la ditta

Amici fin da giovanissimi, per Gabriele Perossi, conosciuto in città per il suo impegno nella politica locale, il titolare delle Trafilerie di Malavedo era molto più di un semplice  datore di lavoro:

“Ci siamo conosciuti negli anni del Parini, all’inizio del ’60, abbiamo condiviso prima la passione per il calcio e poi per la montagna, facendo insieme il corso di roccia con i Ragni tra il 1966 e 1967. Da lì abbiamo iniziato a girare per le vette della zona, quasi sempre insieme ma con compagnie diverse e con qualcuno di più esperto a farci da guida. Badile, Disgrazia, Monte Rosa, Monte Bianco, ne abbiamo passate tante insieme, si andava via ogni volta che si poteva. In quegli anni, per un certo periodo, non abbiamo più indossato le scarpe della festa – racconta Perossi -. Alberto ha saputo coinvolgermi anche nella Gioventù Studentesca a cui era legato. E quando, nel 1971, ha ereditato la guida dell’azienda di famiglia mi ha chiesto di seguirlo. Lo stesso anno mi ero sposato e trasferito da Maggianico a San Giovanni”.

In uno scatto risalente agli anni Sessanta al campo di Maggianico, giovannissimi: al centro Alberto Gianola, con lui in foto a sinistra Gabriele Perossi e Roberto Formigoni, nella foto anche il cardinale Angelo Scola, Plinio e Angelo Agostoni di Icam

Perossi ha lavorato fino al pensionamento, nel 2000, al fianco di Gianola: “Essendo amici, poteva non essere semplice il rapporto in ditta e invece non c’è mai stata crisi. Ognuno aveva i suoi compiti, lui come titolare teneva il rapporto con clienti e fornitori, io seguivo la parte amministrativa e fiscale. Ho avuto altre proposte negli anni ma ho sempre detto di no, per amicizia e perché si lavorava bene. Alberto teneva ancora banco in azienda e nel frattempo ha tirato su bene i suoi figli, alcuni dei quali già al lavoro con lui”.

Un’amicizia che non si limitava all’orario di lavoro: “Fuori dalla ditta era uno che teneva ‘baracca’, specializzato nel fare ‘frizzi e lazzi’ come si dice. Era lui che teneva su la compagnia e cantava bene, essendo nel Coro Grigna. Questo racconto che le faccio – ci dice Perossi – è l’omaggio ad un amico”.

Da destra Alberto Gianola e Gabriele Perossi con Plinio Agostoni