La rissa in centro. “Urla, botte, lanci di sassi, persone impaurite che scappavano”

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L’avvocato Fabrizio Consoloni di Lecco è uno dei testimoni di quanto accaduto ieri sera

Il paradosso: gli episodi di violenza sono avvenuti a pochi passi dalla panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza contro le donne

 

LECCO –  “Anche ieri sera, proprio davanti al Municipio di Lecco, è avvenuto l’ennesimo episodio di inaudita violenza per colpa di una conventicola di soggetti stranieri che si lanciavano sanpietrini mettendo a rischio l’incolumità di passanti e famiglie che passeggiavano con i propri figli”.

L’avvocato Fabrizio Consoloni residente nelle vicinanze, è stato un testimone di quanto accaduto. Ed è stato proprio lui a chiamare il 118 quando uno dei facinorosi è stato ferito alla testa dopo essere stato colpito da un cubetto di porfido.

Da un lato è incredulo, dall’altro è fortemente adirato per una situazione che appare fuori controllo.

Ho assistito ad una scena paradossale: urla, risse, lanci di sassi, persone impaurite che scappavano con i figli in braccio e altri che correvano a spostare le proprie auto per paura di danneggiamenti. Sono giorni che queste cose si ripetono e quindi, come cittadino di Lecco, mi chiedo se sia giusto che ciò accada.  E soprattutto, è giusto che ciò accada proprio nella via principale di Lecco che rappresenta (dovrebbe rappresentare) il biglietto da visita della nostra città? Poche chiacchiere e inutili rimpalli di responsabilità”.

Quindi conclude: “Occorre prendere atto, immediatamente, della grave situazione ed intervenire – con fatti concreti – per evitare che la microcriminalità e la delinquenza nel nostro centro storico di Lecco continuino a condizionare la vita di molte persone”.

Quello di ieri sera è ‘ennesimo atto di violenza compiuto in città. Sempre in quella zona tre giorni fa un ragazzo di 29anni, coinvolto in un pestaggio, è finito all’ospedale dopo essere stato ferito con una bottiglia rotta usata come arma.

Tutto questo avviene paradossalmente in un punto simbolo della città, dove nel novembre scorso, il Comune di Lecco e l’Ordine delle Avvocate e degli Avvocati di Lecco hanno posizionato una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza contro le donne. Su quella panchina è stata stata posta una targa, con una frase che recita: “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci” (Isaac Asimov).

Per Lecco si sta ponendo un problema conseguente: quello di arginare i focolai di violenza che sono ormai all’ordine del giorno e mettono a repentaglio, ancor prima del buon nome della città di Lecco, l’incolumità di residenti e turisti.

Se “la violenza – come disse Asimov – è l’ultimo rifugio degli incapaci”, chi di dovere è chiamato a fare in modo che l’incapacità non dia rifugio e libero sfogo alla violenza. Diversamente, sarebbe l’inizio della fine per una città che, tra lago e monti, ambisce a diventare sempre più bella per accogliere turisti da tutto il mondo.

Intanto il sindaco Mauro Gattinoni è intervenuto (vedi articolo) spiegando che, in accordo con la Prefettura, saranno rafforzati i controlli: “La delinquenza, anche qualora si trattasse di microcriminalità, non deve attecchire, soprattutto se correlata a fenomeni di spaccio. Nessuna tolleranza”.