L’addio al maestro Giansisto Gasparini: “Gli artisti non dovrebbero morire”

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In basilica l’ultimo saluto al maestro Giansisto Gasparini

“Gli artisti ci mostrano quella realtà che noi facciamo fatica a vedere”

LECCO – “Perché gli artisti muoiono? Gli artisti non dovrebbero morire…”

Con queste parole monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco, ha iniziato l’omelia funebre dell’artista Giansisto Gasparini a cui la comunità lecchese, rappresentata anche dal sindaco Virginio Brivio, ha dato l’ultimo saluto oggi pomeriggio, mercoledì, nella basilica di San Nicolò.

“Gli artisti, i pittori, sono coloro che con l’arte vanno verso il senso delle cose. Attraverso la loro arte riescono a raggiungere il cuore delle questioni, mostrando quella realtà che noi, non essendo artisti, facciamo fatica a vedere”.

Nato a Casteggio (Pavia) nel 1924, dopo aver trascorso la sua vita professionale a Milano, dal 2005 si trasferisce a Lecco. Insignito della civica benemerenza nel 2012 e protagonista di innumerevoli mostre personali (l’ultima a Palazzo delle Paure nel 2017) e collettive in città e provincia, Giansisto Gasparini ha omaggiato il Comune di Lecco con numerosissime opere d’arte.

“Mi ha colpito la volontà di rappresentare l’uomo nella sua semplicità colta dentro la vita di tutti i giorni – ha detto monsignor Milani -. La passione del Signore che abbiamo vissuto pochi giorni fa ci sorprende dentro la nostra vita, proprio come ha cercato di fare il nostro caro artista”.

“Giansisto Gasparini, poi, ha dipinto la natura immergendosi dentro e cercandone il mistero. Abbiamo bisogno di gente che ci aiuta a vivere così, per questo motivo non dovrebbero morire gli artisti”.

“Conserviamo la materialità della sua opera ma conserviamo anche lo spirito di questo artista che ha scelto la nostra città – ha concluso il prevosto -. Conserviamo il suo insegnamento: andare dritti al cuore”.

Tiziana Rota e Massimo Di Stefano dell’associazione Amici dei Musei

“La notizia della scomparsa del maestro Giansisto Gasparini ci ha raggiunto mentre siamo all’estero, impossibilitati a stare vicini a Elisabetta in questo momento di distacco. Abbiamo seguito il maestro nei suoi anni lecchesi apprezzando la sua opera e il suo grande spessore umano. In questi mesi di degenza abbiamo cercato di fargli sentire la nostra amicizia e vicinanza. Ci impegneremo, anche come associazione Amici dei Musei, a tenere viva la sua memoria”.