L’appello del Soccorso Alpino ai cercatori di funghi: “Siate prudenti”

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foto archivio

Fabio Paruzzi, vice capostazione vicario della stazione Valsassina del Cnsas invita alla prudenza

“La fatalità può essere dietro l’angolo quando si va in montagna e per funghi, ma l’imprudenza quella no, la si può e la si deve evitare”

LECCO – Tre cercatori di funghi morti in soli due giorni. L’ultimo ieri sera, giovedì, a Torre de Busi dove a perdere la vita è stato un uomo di 71 anni. Sempre giovedì, nel un altro incidente mortale è avvenuto a Giumello nei pressi della chiesa di Sant’Ulderico dove è deceduto un uomo di 72 anni caduto in un canalone; mentre mercoledì a morire sui monti di Premana è stato un finanziere di 56 anni.

“La fatalità può essere dietro l’angolo quando si va in montagna e ancor più quando si va per funghi, ma l’imprudenza quella no, la si può e la si deve evitare, sempre”.

L’appello, accorato, è quello di Fabio Paruzzi, vice capostazione vicario della stazione Valsassina, con 40 anni di Soccorso alle spalle.

“Troppe persone si lasciano trasportare dalla brama di trovare i funghi, senza rendersi conto di dove stanno andando, infilandosi in situazioni e in zone estreme e pericolose”.

Per questo Paruzzi invita, a nome di tutto il Soccorso Alpino, alla prudenza: “Bisogna essere molto prudenti soprattutto quando non si conosce la zona. E’ fondamentale sapersi orientare nei boschi, facendo sempre attenzione a dove si va e dove ci si trova. Mai recarsi in zone impervie da dove ritornare può essere rischioso. L’uomo che è deceduto a Giumello ieri, era finito in un punto dove io stesso, durante le ricerche, facevo fatica a stare in piedi”.

Attenzione e prudenza, alle quali si devono aggiungere le buone pratiche, come ricorda e ribadisce lo stesso Paruzzi: “Lasciate sempre detto a qualcuno la zona in cui vi recate. Possibilmente non andate da soli e quando siete in due o più, evitate di dividervi e allontanarvi troppo l’uno dall’altro. Nello zaino tenete sempre un telefonino carico, sarebbe buona cosa avere anche una batteria di scorta. A tal proposito, l’uomo deceduto a Giumello l’abbiamo trovato proprio grazie al telefonino. Infine, ma non da ultimo, indossate calzature idonee. Ci sono ancora troppe persone che girano nei boschi con gli stivali di gomma o le scarpe da ginnastica. Non c’è nulla di più pericoloso, soprattutto in certe zone dove foglie e rami caduti rendo poco agevole la progressione soprattutto in discesa”.

Quindi Paruzzi conclude: “Non rischiate la vita per una manciata di funghi. Siate appassionati, ma non bramosi. Come chi, ed è capitato anche di vederne qualcuno ieri dopo l’intervento a Giumello, si inoltra nel bosco quando ormai cala la sera o addirittura di notte”.