Lecco. Allo stadio l’addio al paracadutista Carlo Murelli: “Abbiamo perso un padre”

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In tanti per l’ultimo saluto al Leone della Folgore di El Alamein

“E’ stato un grande privilegio poterti avere come guida”

LECCO – “Abbiamo perso un padre, un mentore”. Questo il sentimento che ha accomunato quanti, numerosi, questa mattina hanno riempito gli spalti dello stadio Rigamonti – Ceppi di Lecco per dare l’ultimo saluto al Leone della Folgore di El Alamein Carlo Murelli che se n’è andato all’età di 99 anni lo scorso 2 giugno, Festa della Repubblica.

funerale carlo murelli

Durante la semplice cerimonia civile organizzata dall’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia (Anpdi) gli sono stati riservati tutti gli onori: il picchetto con i labari e un plotone di paracadutisti hanno accompagnato il feretro portato a spalla dai suoi compagni. Sulla bara vestita col tricolore la sua fotografia e la preziosa giubba che aveva indosso quando fu fatto prigioniero.

funerale carlo murelli

“Sapeva alternare momenti di grande calma e serenità a scatti di grande temperamento non appena qualcuno mancava di rispetto alla nostra storia e alle nostre tradizioni – ha ricordato il presidente dell’Anpdi Lecco Arnaldo Tavola -. Mi ha fatto comprendere il vero significato delle parole orgoglio e appartenenza, mi ha lasciato un fardello pesante ma fino a quando il suo fisico glielo ha concesso il mio impegno è stato alleggerito dalla sua costante presenza. E’ stato un grande privilegio averlo come guida, attivissimo con una memoria ferrea ha sempre partecipato con grande passione alla vita dell’associazione anche perché soleva ripetere che ‘vivere in mezzo ai giovani gli impediva di invecchiare’. Schivo e riservato, sapeva pesare le parole, insieme abbiamo portato Lecco tra le 5 sezioni più numerosi d’Italia. Ciao Carlo!”

Un ricordo anche dal presidente dell’Anpdi nazionale Marco Bertolini: “Quando si tratta di salutare dei reduci, se pensiamo che questi ragazzi, 80 anni fa, facendo un passo avanti hanno dato il via alla nostra storia la frustrazione un po’ diminuisce. Carlo ci ha dato l’esempio dell’impegno fino all’ultima cartuccia, è una cosa della quale dobbiamo essere orgogliosi, così come dobbiamo essere orgogliosi del valore dei nostri connazionali e questa è una cosa che dobbiamo sempre ricordare”.

Tanti i ricordi che si sono succeduti nel corso della cerimonia, dai paracadutisti monzesi, da quelli lecchesi, dalla Compagnia esplorante paracadutisti: “E’ stato per tutti noi un maestro, un papà. Una persona molto determinata nelle sue idee che però sapeva portare buon umore e tanto equilibrio. Il nostro ricordo sarà quello di un uomo e un paracadutista in mezzo alla gente, in mezzo ai giovani, fedele ai suoi principi e ai suoi ideali”.

Dopo la preghiera del paracadutista, l’ultimo saluto con quel grido “folgore” che si è levato alto nel cielo.

Par. Carlo Murelli classe 1941

  • Arruolato nel 1941.
    Giunge alla Scuola di Tarquinia nel marzo 1942.
  • Destinato a Rovezzano (FI), in maggio, viene inquadrato nella 17° cp. (Ten. Fonseca e
    successivamente Ten. Piccinni) del 6° Btg (Magg. Taffiorelli).
    In giugno viene trasferito a Ostuni.
  • Il 25 luglio giunge in Africa, aeroporto di Tobruk, con l’ultimo trasporto truppe avvenuto per via aerea. Dopo di Lui i trasporti avverranno via mare.
  • Il 26 luglio viene spedito nel deserto di El Alamein, raggiungerà il settore di Naqb Rala a ridosso del Qaret El Himeimat. Più a Sud solo la depressione di El Qattara.
  • Il 23 ottobre del 1942 il Suo reparto si scontrerà con le divisioni Alleate 7° corazzata e 44°.
  • Nella notte tra il 2 e il 3 novembre avviene il ripiegamento.
  • All’alba di venerdì 6 novembre sarà Lui a sparare, con la Sua Breda, l’ultimo caricatore da 20. Poi alle 16.35, al comando del col. Camosso, i 306 superstiti della Folgore verranno recuperati dagli inglesi con l’Onore delle Armi.
  • In prigionia venne trasferito dal campo dei Laghi Amari, a sud del Cairo, ai campi 310 – 308 – 306 – 304 – 305 – nel diroccato Hotel Berenice di Bengasi e quindi ad El Agheila fino al rientro in Patria avvenuto nel settembre del 1946 dopo una prigionia di 46 mesi.
  • Nel 1951 si presenta volontario alla C.R.I. che sta organizzando un efficiente e moderno servizio volontario che si occupi, tra l’altro, anche delle donazioni di sangue (l’odierna AVIS). Dodici anni sulle autoambulanze e trenta come donatore con al Suo attivo 106 prelievi (60 a Milano e 46 a Lecco). Sempre disponibile anche per donazioni a domicilio. Quando, per raggiunti limiti, gli verrà negata la possibilità di donare, non abbandonerà l’Istituto ma continuerà la sua opera come attivo collaboratore d’ufficio presso la sede di Lecco. Rifiuterà sempre cariche e onorificenze.
  • Socio fondatore della sezione di A.N.P.d’I. di Como è stato poi l’artefice della nascita della sezione di Lecco, dalla quale non si è più staccato e all’interno della quale ha rivestito, a più riprese, la carica di Presidente e di vice Presidente.
  • Negli anni è stato investito anche della carica di Consigliere della 2° Zona (Lombardia)
    partecipando a tutte le Assemblee Nazionali. Più volte ha rivestito l’incarico di Direttore di Esercitazione A.N.P.d’I. per lanci sotto controllo militare.