Dall’ex carpenteria Perillo cade eternit, il Comune: “Già sollecitata la bonifica”

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Il temporale ha spazzato via parti della copertura della fabbrica

Sul posto Asl e Vigili del Fuoco. Non è la prima volta che succede

LECCO – Non solo la Leuci: il problema delle coperture in eternit instabili o ammalorate riguarda anche altre aziende dismesse, come l’ex carpenteria Perillo Antonio di via Tagliamento dove il forte temporale di sabato sera ha provocato la caduta di alcuni pannelli di eternit dal tetto del capannone.

Le coperture, spinte dalle raffiche di vento, sono piombate nell’area esterna dell’azienda adiacente. In mattinata sono intervenuti i Vigili del Fuoco insieme al personale dell’ATS e alla Polizia Locale.

Non è la prima volta che dal tetto dell’ex Perillo, chiusa da qualche anno, cadono pezzi di eternit e all’ingresso del capannone sono state poste da tempo delle transenne.

Il Comune ha già ordinato la bonifica

Il Comune di Lecco, insieme all’azienda sanitaria, spinge per la bonifica. “Lo stabile fa riferimento a due proprietà, entrambe Perillo, di cui una società in liquidazione affidata ad un curatore, mentre l’altra è una società esistente ma che non opera più in quel fabbricato” spiega l’assessore all’Ambiente, Alessio Dossi.

Le auto di Polizia Locale e ATS davanti al fabbricato

“A gennaio abbiamo emesso un’ordinanza nei confronti delle proprietà affinché si proceda alla rimozione dell’eternit e ci sono stati contatti per sollecitare l’intervento – prosegue Dossi – il curatore fallimentare si è detto disponibile a svincolare le risorse necessarie, manca oggi l’accordo con la seconda società proprietaria che auspichiamo possa arrivare al più presto”.

Come per il caso Leuci, il Comune non intende sobbarcarsi il costo della bonifica di un immobile privato. “Il nostro ruolo è quello di responsabilizzare i privati affinché si assumano le proprie responsabilità – conclude l’assessore – non è corretto che il Comune si sostituisca, con risorse pubbliche, per risolvere una situazione che fa capo a privati”.