Lecco. In tantissimi per l’addio a Beatrice: “Facevi sentire tutti un po’ speciali”

Tempo di lettura: 3 minuti

In basilica l’ultimo struggente saluto alla giovane di 15 anni

Papà Emanuele: “Ho imparato tanto da te, te ne sono grato”

LECCO – Tantissime persone, soprattutto giovani, oggi pomeriggio, hanno riempito la Basilica di San Nicolò per dare l’ultimo saluto alla piccola Beatrice, morta a soli 15 anni. La chiesa non è riuscita a contenere la moltitudine di gente che ha seguito la celebrazione anche dal sagrato. Occhi gonfi, volti rigati dalle lacrime e tante domande per un addio che non ha una spiegazione.

E proprio ai giovani si è rivolto don Filippo Dotti che ha celebrato, insieme agli altri sacerdoti della parrocchia e della città, i funerali di Beatrice Odazio: “Fa molto freddo oggi, 19 marzo, festa di San Giuseppe, fa freddo anche nei nostri cuori. Ma la nostra chiesa grande si riempie di persone per dare l’ultimo saluto a Beatrice che ritrova così almeno un po’ di calore umano. La nostra chiesa, però, si riempie delle tante domande che vediamo scritte sui volti soprattutto dei più giovani, domande che fatichiamo a formulare ma che dobbiamo avere coraggio ascoltare. La chiesa si riempie del senso di colpa degli adulti e non dobbiamo sottrarci alle responsabilità. Il nostro cuore è complesso, ma non dobbiamo temere: Dio ci conosce e ci ama anche nei momenti più bui della nostra esistenza. La memoria di Beatrice rimanga in quanti l’hanno amata. Facciamo tesoro di questa nostra amica intelligente, profonda e gentile”.

Il ricordo di papà Emanuele

Struggente il ricordo di papà Emanuele che dall’altare ha parlato alla sua “cucciola”: “Non voglio dire quanto mi mancherai immensamente, ma voglio parlare della persona bellissima che sei: intelligente, acuta, capace di cogliere i lati strani delle cose, con un forte senso di giustizia e la capacità di includere. Ognuno di noi può raccontare almeno una cosa speciale che ci unisce a te e per me sono sono i giochi di parole e le battute che solo noi capiamo e che solo a noi fanno ridere. E le letture, anche se di generi diversi, o una canzone, i biscotti con la nutella o la Kinder fetta pinguina, come la chiami tu e tanti altri modi di dedicare un’attenzione speciale”.

Hai questo dono: fai sentire tutti un po’ speciali. Dolce, gentile, ma decisa. Capace di difendere le tue idee, i tuoi ideali spesso di inclusione, giustizia ed equità e spesso pensavo che questo sarebbe diventato il tuo futuro. Sensibile, tanto, forse anche troppo. Ho imparato tanto da te, te ne sono grato – ha continuato il papà -. Trattengo nel cuore una quantità immensa di doni e di ricordi che parlano di te. Qualcuno buffo, qualcuno profondo, qualcuno faticoso. L’amore che tu hai portato non si perde, lo coltiveremo. Oggi sei in cielo e ti immagino a fare i nostri giochi di parole e poi a fare quel finto broncio divertito. Oggi so che quando passerò dall’altra parte ad accogliermi troverò te con il tuo sorriso e una battuta già pronta. Ci ritroveremo come fosse passato un solo giorno. ‘Verrà la morte e avrà i tuoi occhi’ scrisse Cesare Pavese, se avrà i tuoi, in quell’ora, non avrò paura. Ti voglio bene per sempre e sono fiero di te e della persona che sei”.