Lecco. IVA non versata e false fatture per oltre 30 milioni: tre denunce

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L’indagine della Finanza a Lecco nei confronti di due società di vendita mobili

False fatture e mancato versamento delle imposte per milioni di euro

LECCO – Una nuova indagine della Guardia di Finanza di Lecco ha smascherato un meccanismo di frode messo in atto da tre persone, ora denunciate dalle fiamme gialle per mancato versamento dell’Iva ed emissione di false fatture.

I finanzieri, coordinati dai sostituti procuratori Paolo Del Grosso e Andrea Figoni, hanno svolto accertamenti nei confronti di Due società del lecchese operanti nel settore del commercio all’ingrosso di mobili per uffici e negozi.

Le due società “cartiere”, che non avevano una sede operativa e che si sono susseguite una all’altra nell’attività degli ultimi anni, secondo le indagini della Guardia di Finanza, erano amministrate da ‘teste di legno‘ e “operavano consistenti acquisti da fornitori europei oltre che dalla Repubblica di San Marino – spiegano le Fiamme Gialle – successivamente, i beni venivano poi venduti ad operatori economici dislocati su tutto il territorio nazionale ad un prezzo inferiore o pari a quello d’acquisto” in quanto ”scontati’ dalle imposte che le società non avrebbero versato al fisco.

I militari hanno rilevato operazioni soggettivamente inesistenti per oltre 30 milioni di euro.

“Tale meccanismo – spiegano i finanzieri, guidati nelle indagini dal capitano Michele Bussu – consentiva, al destinatario finale, di acquistare la merce ad un prezzo concorrenziale rispetto al mercato regolamentare, in danno delle imprese sane”.

Il capitano Michele Bussu

Le successive attività di indagine hanno visto anche la collaborazione degli organi collaterali esteri, attraverso la richiesta di Rogatoria Internazionale avanzata dal Pubblico Ministero titolare delle indagini.

L’esecuzione di numerose perquisizioni presso le sedi dei destinatari finali della merce avrebbe permesso di sottoporre a sequestro considerevole documentazione contabile ed extra-contabile insieme ai supporti informatici contenenti i dati inerenti la frode fiscale.

L’intera attività ha consentito all’Autorità Giudiziaria inquirente di disporre il fallimento di una delle imprese coinvolte nella frode fiscale e la denuncia di tre soggetti, residenti nel lecchese, a vario titolo coinvolti.

L’Agenzia delle Entrate, nei confronti di una delle società verificate, ha emesso un avviso di accertamento con la contestazione di un imponibile non dichiarato per circa 28 milioni di euro ed una maggiore imposta evasa per oltre 6 milioni di euro.