Lecco piange il professor Bruno Guareschi, primario al Mandic per più di 30 anni

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E’ stato il numero uno del reparto di Radiologia dell’ospedale di Merate dal 1963 al 1998

Uomo colto e dai molteplici interessi, aveva pubblicato “Feldpost 84345” relativo agli anni di prigionia in Germania durante la guerra

LECCO / MERATE – Un primario dall’altissimo spessore scientifico e dall’altrettanto grande umanità. E’ una scomparsa che lascia un vuoto enorme quella del professor Bruno Guareschi, indimenticato primario di Radiologia dell’ospedale Mandic di Merate dal 1963 al 1998. Milanese di origine, residente a Lecco dal 1966,  il professore è morto oggi all’età di 94 anni. Una vita intensa la sua, vissuta riuscendo sempre a coniugare l’attività professionale alla vita privata e alle tante passioni coltivate soprattutto dopo aver raggiunto la pensione.

Primario a soli 38 anni

Dopo la laurea in medicina, Guareschi era arrivato giovanissimo a lavorare all’ospedale di Merate, conquistando a soli 38 anni il ruolo di primario del reparto di Radiologia. Un incarico svolto con passione, dedizione e determinazione per ben 35 anni, diventando, per forza di cose, un punto di riferimento all’interno dell’ospedale meratese. “Nostro padre era molto legato alla sua professione e al San Leopoldo Mandic- raccontano con la voce commossa, ma al contempo orgogliosa i figli Luisella, Paola, Giusi e Pino – E’ sempre riuscito a svolgere il suo lavoro con grande umanità e rispetto sia nei confronti dei pazienti che dei colleghi”.

Un medico dalla grande umanità

Un camice bianco di una volta, insomma, interessato a tutto tondo al benessere e alla salute del paziente, visto e curato nella sua unicità. Smessi i panni del primario, nel 1998, Guareschi aveva continuato a svolgere la professione come consulente radiologico per la clinica Mangioni di Lecco e come medico autorizzato per la sorveglianza medica dei lavoratori esposti al rischio di radiazioni in diversi ospedali.

Docente anche alla scuola di specialità

Tantissimi gli studenti che in lui hanno visto un maestro da cui imparare. “Nostro padre ha per anni svolto la libera docenza all’interno della scuola di specialità in radiologia seguendo gli studenti specializzandi”. Curioso e desideroso di restare sempre al passo con i tempi, Bruno Guareschi non si era messo a riposo neppure raggiunta l’età della pensione. Anzi, l’aver maggior tempo libero si era trasformato nell’occasione per coltivare ancora più passioni. Via libera quindi allo sport, con lo sci in prima linea, ma anche alle immersioni e alle passeggiate nella natura.

Lecco città del cuore

Non a caso, aveva scelto proprio Lecco come città del cuore. “Per un po’ di anni aveva fatto il pendolare al contrario da Milano a Lecco, ma poi nel 1966 decise di trasferirsi, con tutta la famiglia, più vicino al posto di lavoro”. La scelta ricadde su Lecco, con il suo lago e con i suoi monti, così stretti l’uno all’altro da formare un panorama unico.  Uomo di cultura, si era dedicato, negli ultimi anni, alla scrittura e alla ricerca storica con particolar riferimento alle origini della sua famiglia. Grazie a un lavoro certosino e scrupoloso era risalito, con “Le nostre radici”, all’albero genealogico di casa, dando un volto e un nome a parenti “sepolti” dalla storia.

Bruno Guareschi primario Mandic
La copertina di Feldpost 84345, racconto autobiografico di Bruno Guareschi

“Feldpost 84345”: la prigionia in Germania negli anni della guerra

Nel 2007 era riuscito, con non poca fatica a livello emotivo, a pubblicare “Feldpost 84345”, un libro autobiografico basato sulla ricostruzione degli anni vissuti nel campo di concentramento di Sennelager in Germania. Dal settembre 1942 al 3 maggio 1945 infatti, Guareschi, appena ventenne, venne fatto prigioniero, come alpino della Littorio, dai nazisti e portato in un campo di addestramento. “Nostro padre ha conservato tutte le lettere, i documenti e le fotografie spedite dal fronte e inviate da casa”. Ne è uscito un racconto coinvolgente e ricco che il professore, dal carattere solare, aperto e ottimista, aveva voluto condividere con le persone a lui più care. “E’ stata un’esperienza che l’ha segnato molto, ma forse, anzi sicuramente l’ha reso ancora più umano”. I funerali verranno celebrati martedì mattina, 5 febbraio, alle 10.45 nella chiesa dei Cappuccini a Lecco.