‘Ndrangheta. Resta ricercato Paolo Valsecchi, il “braccio armato” di Vallelonga

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Paolo Valsecchi ricercato ndrangheta
Nel riquadro un'immagine di Paolo Valsecchi, ricercato dalla Polizia

Scampato agli arresti contro il clan, risulta ancora irreperibile Paolo Valsecchi

Si occupava di minacciare e intimidire i debitori. Ricerche sul territorio e anche all’estero

LECCO – Per gli inquirenti Paolo Valsecchi è l’uomo delle “riscossioni”: a lui Cosimo Vallelonga, il capo dell’organizzazione criminale, avrebbe affidato il compito di “mantenere i rapporti con i soggetti debitori” e di riscuotere somme e interessi, “intervenendo in prima persona qualora vi fosse la necessità di un intervento intimidatorio o di un gesto violento.

Violenza verbale e fisica esercitate per farsi restituire il denaro prestato ad interessi usurai, minacce di morte “anche con l’uso anche di armi da fuoco” spiegano gli inquirenti, in altri casi si spaventavano i debitori annunciando l’arrivo di terze persone dal Sud d’Italia, ad un imprenditore è stata prelevata l’autovettura a titolo di garanzia e poi ancora citofonate nella notte per intimorire le proprie vittime.

“Non hai capito, perché se no vi faccio come facciamo in Calabria” diceva in un dialogo intercettato dalle forze dell’ordine.

Valsecchi, classe 1960 e residente a Calolziocorte, è l’unico dei dieci soggetti destinatari della misura di carcerazione sfuggito alle manette. Come Vallelonga e Marchio è accusato di associazione mafiosa, oltre che dei reati di usura ed estorsione.

Irreperibile nel giorno degli arresti, è probabile che si trovasse fuori Lecco mentre Vallelonga e gli altri venivano arrestati. Gli inquirenti lo stanno cercando e le ricerche sono estese anche fuori dall’Italia. Al momento non è chiaro se possa aver trovato riparo sul territorio o altrove.

“Uomo di fiducia” e autista di Vallelonga, come descritto dagli investigatori,  Valsecchi lo avrebbe affiancato in diversi casi negli incontri con le persone che si rivolgevano al clan per avere dei prestiti.

Tra queste anche una madre che ha richiesto 22 mila euro per delicati e costosi interventi chirurgici necessari alla figlia. In due mesi, la donna avrebbe dovuto restituire loro 50 mila euro. Non riuscendo a recuperare tale somma, la donna nelle settimane successiva sarebbe stata presa di mira dai criminali, più volte minacciata sotto casa finché questa non è riuscita a farsi dare delle opere d’arte di un certo valore da un amico prese a garanzia dagli usurai.

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