Otto ore per tornare dalla Valtellina, l’odissea degli automobilisti bloccati sulla SS36

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(foto Viscardi)

Traffico in tilt anche sul lago e in Valsassina

In un video la lunga colonna tra Primaluna e Balisio

LECCO – Tante le testimonianze degli automobilisti che ci hanno scritto per raccontare l’odissea vissuta ieri, domenica 14 febbraio, sulla Statale 36 al rientro dalla Valtellina. Un vero e proprio viaggio della speranza che ha costretto i malcapitati a tempi di percorrenza biblici per coprire solo alcune decine di chilometri.

Rallentamenti e colonne si sono formate fin dal pomeriggio, ad aggravare la situazione, è stato un restringimento della carreggiata in galleria ad Abbadia Lariana per un cantiere che, a quanto pare, non è stato possibile rimuovere. Di sicuro quello a cui si è assistito ieri è stato un traffico eccezionale con una grandissima quantità di persone che si è mossa verso le località montane della Valtellina.

La situazione è ben presto precipitata e già dal tardo pomeriggio il traffico su tutte le direttrici verso sud sono letteralmente andate in tilt: bloccata la SS36, bloccata la Strada Provinciale 72 del Lago con code da Bellano/Varenna, bloccata la strada che dallo svincolo di Bellano scende in paese con gli automobilisti in cerca di una via di fuga verso il lago, lunghe code anche in Valsassina con una grande quantità di mezzi che hanno scelto di salire lungo la Bellano-Taceno con il risultato di lunghe code da Primaluna fino a Ballabio.

Una situazione al limite dell’immaginabile: “Ritorno da incubo sulla SS36 dal Trivio di Fuentes – ci scrive Sara -. A Bellano uscita obbligatoria e traffico deviato verso la Valsassina. Sono arrivata a Como dopo un viaggio a dir poco da esaurimento: 6h30′ da Teglio”.

Colonna sulla Sp72 a Varenna
Colonna sulla Sp72 a Varenna (foto Spotti)

 

Stesso copione per Matteo: “Sono partito da Livigno alle 18 pensando di evitare il traffico, sono arrivato a Lecco alle 2 di mattina. Niente male”. Non è andata meglio ad Anna, Santa Caterina Valfurva – Lecco 8 ore, e a Francesco, Val di Mello – Lecco quasi 5 ore. Un caos senza precedenti raccontato anche da alcune fotografie giunte in redazione e dal video di Luca Chiodi che ha documentato la colonna tra Balisio e Primaluna.

La lettera di un automobilista ad Anas

Buongiorno,
con la presente sono a segnalarvi e a lamentarmi per la situazione a dir poco terribile vissuta ieri sulla (e a causa) della Statale 36.
Il mio viaggio, con partenza da Chiesa In Valmalenco a Cantù, si è protratto per 8 ore (ribadisco 8 ore!!!) per fare poco più di 130 Km (dalle 17 all’ 1 di notte); dopo essere stato in coda praticamente sempre da Sondrio, a Bellano siamo stati invitati a uscire dalla Statale 36 e ci siamo così imbattuti in una situazione ancor peggiore, con la strada del lungolago bloccata per ore impiegandoci più di 3 ore per fare pochi chilometri. Magicamente la situazione si è sbloccata all’imbocco della Statale 36, subito dopo Abbadia, per poi scoprire che la causa era imputabile al restringimento ad una corsia di un tratto della statale, da Mandello ad Abbadia, che ha creato l’effetto imbuto sia sulla Statale che sulle strade alternative (fossero la lungolago che la Valsassina).
Ovviamente ritengo che la principale causa sia stata la grande quantità di gente che ha preso d’assalto la Valtellina e il lago in generale, nella prima giornata meteorologicamente favorevole da quando la Regione è passata in zona gialla; ritengo però altresì che questa fosse una situazione assolutamente preventivabile, in quanto le chiusure a cui siamo stati costretti nell’ultimo anno di pandemia, per motivi assolutamente giusti, fanno sì che i pochi momenti di libertà che sono concessi, siano sfruttati dalla maggior parte della popolazione.
Premesso quindi che la situazione era facilmente prevedibile, premesso anche che la Statale 36 è l’unica strada per determinati collegamenti ma è pur sempre una strada studiata sul traffico veicolare degli anni 80, con un numero di veicoli circolanti assolutamente inferiore ad oggi, detto questo ritengo che ci siano evidentemente delle responsabilità in chi ha deciso di lasciare aperta una sola corsia per un cantiere la cui urgenza e improcrastinabilità gradirei mi fossero spiegate; così come gradirei una spiegazione sull’impossibilità (o malavoglia) di aprire una corsia aggiuntiva sfruttando la direzione opposta (visto il traffico palesemente scarso), come già avvenuto in altre occasioni.
Ritengo che in un paese civile come il nostro ci debbano essere delle infrastrutture assolutamente adeguate, e chi ha in gestione tali strutture si deve diligentemente preoccupare del corretto funzionamento delle stesse, offrendo ai cittadini soluzioni alternative a eventuali problematiche di una determinata arteria stradale. Ritengo che nell’occasione sopra descritta tale diligenza non sia stata applicata.