La morte della psicologa-scrittrice resta avvolta nel mistero

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Ancora tanti gli interrogativi sulla morte di Maria Cristina Janssen, si attendono risposte dall’autopsia

Cosa ha portato la 67enne a Lecco? E come ha fatto la Fiat Panda a finire nel lago?

LECCO – Resta ancora un mistero la morte di Maria Cristina Janssen. 67 anni, di origini milanesi, madre di due figli, nel 2006 si era trasferita a Campiglia Marittima in provincia di Livorno. Nessuna ipotesi al vaglio degli inquirenti viene esclusa, tutte le strade rimangono aperte, forse l’autopsia potrà delineare i contorni della vicenda che ancora presenta troppi punti interrogativi.

La donna, nota psicologa, aveva lavorato nell’ambito della salute mentale e nella riabilitazione di soggetti svantaggiati, rivestendo anche il ruolo di formatrice. La sua carriera lavorativa si era conclusa come giudice onorario al tribunale dei minori di Firenze. Maria Cristina Janssen aveva intrapreso anche la strada di scrittrice, tra i suoi libri “Nora”, la storia di una giovane operaia metallurgica, che agli inizi del ‘900 lavora a Piombino alla Magona d’Italia; e ancora il romanzo ”I rami e le foglie”.

Non è ancora chiaro cosa abbia portato la psicologa-scrittrice a Lecco e soprattutto come la sua auto sia finita nel lago. Nella mattinata di lunedì, ad attirare l’attenzione di alcuni operai al lavoro nel vicino campeggio di Rivabella, è stata la flebile luce dei fari della Fiat Panda che giaceva sommersa sul fondo del lago. Subito sono scattati i soccorsi e poi il tragico ritrovamento.