San Giovanni. Tantissimi amici per l’addio a Gibi: “Sapevi far star bene tutti!”

Tempo di lettura: 6 minuti

Una comunità intera ha voluto esprimere il suo affetto per un uomo speciale

“Ricordiamo la tua capacità di stare in compagnia. La bellezza di stare con Gibi era proprio la bellezza di… contarsela su”

LECCO – L’intera comunità di San Giovanni si è ritrovata oggi pomeriggio, mercoledì, per stringersi attorno ai famigliari di Giambattista Valsecchi morto all’età di 54 anni. La chiesa del rione non è riuscita a contenere la moltitudine di persone che hanno voluto salutare Gibi, così era conosciuto da tutti, per un’ultima volta; posti a sedere sono stati allestiti sul sagrato e tanta gente è rimasta in piedi nella piazza.

Una sorta di grande famiglia, amici che ruotavano tutti attorno a Gibi e che in maniera spontanea, senza filtri o etichette, hanno pensato di unirsi per salutarlo. Tutta gente che lo ha conosciuto in ambiti diversi ma a cui Gibi ha lasciato qualcosa. Sia durante il funerale, che in occasione del rosario di ieri sera, sono state distribuite alcune sue fotografie, un racconto della sua vita che parlava delle molteplici sfumature della sua personalità. Un piccolo ringraziamento, anche, verso quegli amici che negli ultimi tempi sono stati vicino a Gibi e alla sua famiglia anche in modo molto concreto.

Il ricordo di don Davide

“Organizza. Chissà quante che abbiamo incontrato Gibi che ci ha detto ‘organizza’. Un’uscita, una polenta uncia a casa di mamma Eugenia e papà Augusto, gli piaceva che qualcuno organizzasse qualcosa perché poi lui era il primo a starci. Gibi era quello che faceva star bene tutti – ha ricordato durante l’omelia don Davide Caldirola, storico coadiutore a San Giovanni fino ai primi Anni 2000 -. Anche Gibi aveva i suoi difetti, che non provava nemmeno a nascondere, i suoi difetti erano alla luce del sole e non ha mai fatto finta di essere più bravo di quello che già era e sicuramente il Signore questa cosa l’apprezza”.

“Oggi siamo qui a contemplare questo Dio con tante mani e tanti cuori che si dà da fare per accogliere Gibi, consolare noi, cancellare tutte le cose fragili che finiscono e tener buone quelle che durano per sempre – ha continuato don Davide che, con parole affettuose, è riuscito a restituire l’animo di una persona che conosceva molto bene -. Di Gibi ricordiamo la capacità unica di stare in compagnia, con tutti, senza essere in difficoltà o in soggezione nei confronti di nessuno. Ce lo ricordiamo tutti in compagnia di tanta gente, in tantissimi luoghi diversi e quando ci si trova insieme si chiacchiera, si racconta. Son convinto che se vi lasciassi la parola ciascuno di voi avrebbe uno, dieci, cento o mille racconti e la bellezza di stare con lui era proprio la bellezza di ‘contarsela su’. Passata la fatica di questo giorno mi piacerebbe lasciarvi questo compito: trovare qualche piccolo momento per ‘contarvela su’ e son sicuro che lui dal Paradiso apprezzerà. E attraverso i nostri racconti potrà continuare la vita di chi non c’è più”.

Giambattista Valsecchi Gibi
Giambattista “Gibi” Valsecchi

“Se pensiamo al Vangelo, poi, vediamo come Dio si diverte a rivelare le cose più importanti non ai sapienti ma ai più piccoli. Gibi, lo sappiamo, non era un uomo di cultura, ma non bisogna necessariamente essere uomini di cultura per essere saggi o intelligenti. Non è necessario aver studiato tanto e il Signore rivela le cose più importanti ai semplici, a coloro che non hanno tre lauree ma hanno la semplicità della vita. E allora è bene chiedersi cosa ci ha insegnato una persona come Gibi: cosa abbiamo imparato da lui? E’ bene tenere questa domanda nel cuore perché, se ci pensiamo su, scopriamo che abbiamo imparato più di quello che pensavamo. E sicuramente lui ci ha dato molto più di quello che pensava di averci dato. Questa è la meraviglia dei semplici: regalano un sacco di cose senza nemmeno rendersene conto o chiedere grazie”.

“Non possiamo non pensare a questi ultimi mesi faticosi della sua vita e non possiamo non pensare con gratitudine ai genitori che gli sono stati vicini e ai tanti amici che non l’hanno mollato un attimo, che hanno portato con lui il peso della malattia – ha concluso don Davide -. Lo hanno fatto volentieri, col cuore e tutto l’affetto del mondo. Uno dei segreti della vita è proprio questo: portare i pesi assieme. Tanti gli hanno voluto bene fino all’ultimo respiro e allora questo è il momento per dire grazie a tutti quelli che non l’hanno mollato un minuto e gli sono stati vicino. ‘La compagnia è bella ma è ora di andare’ solevi dire… Gibi, ho finito, tante altre parole te le diremo col cuore!”

Il ricordo degli amici

Alle bellissime parole di don Davide si sono unite quelle dei suoi numerosi amici che, con voce a tratti rotta dall’emozione, lo hanno accompagnato nel suo ultimo viaggio: “La compagnia è bella ma è ora di andare. Tu certo lo avresti detto in modo più colorito, fantasioso, accompagnato dal tuo sguardo bonario e dalla tua tipica espressione sorridente, sorniona e genuina. Ho sempre pensato che tu avessi un grande dono, caro Gibi, quello di essere in grado di far star bene le persone. E’ una capacità rara, dote di pochi eletti. E’ vero che era impossibile non volerti bene, ma è ancor più vero che tu sapevi creare un legame speciale con ognuno di noi. Ci siamo sempre sentiti accolti dalle tue manone, coccolati dalla tua pancia morbida, pensati dal tuo animo semplice e schietto e rigenerati dalle tue battute fulminee e irriverenti. Sei stato lo ‘zione’ di tutti i nostri figli, compagno di mangiate e di risate. Di partite al palazzetto, di burollate, di camminate con la Gibi Tur (‘a patto che non ci sia troppa salita altrimenti mi fan male le ginocchia’). Ogni occasione era buona per trovarsi, sorridere e condividere che la vita vale la pena di essere vissuta a manetta. E così faremo, non pensare di uscirtene così e salutarci alla chetichella. Noi continueremo a portarti nei nostri viaggi, nelle canzoni che amavi e sulle magliette che ognuno di noi ha nel suo cassetto. La tua compagnia è stata davvero bella. Gibi, noi andiamo… sappiamo che continuerai a guardarci di sbieco, ad accompagnarci e sarà un bel cammino”.

Un lungo applauso ha accolto Gibi all’esterno della chiesa e in cielo sono volate le parole della sua canzone: “Eppure il vento soffia ancora, spruzza l’acqua alle navi sulla prora e sussurra canzoni tra le foglie, bacia i fiori, li bacia e non li coglie”.