Violenza sulle donne: 497 casi registrati nel 2018 nel Lecchese

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LECCO – Più di 11mila donne vittime, nel 2018, di abusi e intimidazioni, solo in Lombardia. Di questi 497 casi nel Lecchese, dove le donne in difficoltà possono avvalersi di una rete territoriale che si appoggia su due centri antiviolenza femminile. La Provincia che fa segnare il maggior numero di casi denunciati è, manco a dirlo, Milano con ben 4.629. Segue Brescia (1.332), Varese (959), Monza Brianza (819), Bergamo (804), Pavia (543), Como (501), Lecco (497), Lodi (455), Mantova (423), Cremona (305) e Sondrio (56).

La relazione sulla violenza contro le donne in Lombardia

E’ questa la fotografia scattata nell’ambito della quarta relazione annuale sulla violenza contro le donne in Lombardia, resa nota durante un incontro con l’assessore alle Politiche per la famiglia, genitorialità e Pari opportunità Silvia Piani, il vice prefetto di Milano Alessandra Tripodi, il presidente della sezione autonoma Misure di prevenzione del Tribunale di Milano Fabio Roia, il dirigente dell’Anticrimine della Questura di Milano Alessandra Simone e il tenente colonnello del comando provinciale dell’Arma dei carabinieri di Milano Luigi Manzini. 6.646 i nuovi contatti registrati nel 2018 a fronte dei 5.892 del 2017. Segno, ha chiosato l’assessore regionale, della crescente emersione del fenomeno e della crescente sensibilizzazione. Un ruolo, quello svolto dal Pirellone per la formazione e l’azione di contrasto alla violenza di genere, sottolineato da tutti i relatori al convegno.

I dati forniti dal Tribunale di Milano

Il magistrato Fabio Roia ha reso noti alcuni dati del tribunale di Milano con riferimento ai dati delle sentenze di primo grado del periodo compreso tra il 1° settembre 2017 e il 31 agosto 2018. “Abbiamo constatato che i reati di maltrattamento in famiglia rappresentano il 77% del campione. Nel 42,4% dei casi le donne hanno un età compresa tra i 17 e i 35 anni e nella quasi metà dei casi (46,4%) l’autore non ha pendenze penali. Una percentuale che sale al 53,7% se si considerano le dipendenze patologiche”. Inquietante il dato relativo ai minori: nel 36,2% dei casi i bambini hanno assistito alla violenza e sono altre vittime.

Le richieste delle vittime

La maggior parte delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza sono italiane (62%). Un terzo circa ha meno di 34 anni mentre il 54% è coniugata o convivente. Il 60% infine ha figli minori mentre poco meno della metà non ha un lavoro. Una volta bussata alla porta dei centri antiviolenza, le donne chiedono  informazioni generiche, ascolto/sfogo, informazioni legali, percorsi psicologici, ospitalità, casa, lavoro, denaro. Una minima parte pari al 2% rivolge una richiesta sanitaria. Dei 6.646 nuovi contatti del 2018, 4.295 sono i casi sfociati in accoglienza, 2496 le donne prese in carico e che usufruiscono di servizi specialistici, di cui 329 conclusi nell’anno, e 650 gli abbandoni. I 329 percorsi che si sono conclusi hanno portato a un’autonomia  abitativa, (61%), economica, (66%) e all’allontanamento del maltrattante (69%).

Chi maltratta le donne

La violenza sulle donne si consuma, molto spesso in famiglia. Nel 60% dei casi i maltrattori sono il marito o il convivente; nel 17% gli ex.  I tipi di maltrattamento sono innanzitutto psicologico, seguito da quello fisico, economico e da episodi di stalking. I servizi offerti alle 2.496 donne prese in carico sono: 2.193 colloqui di accoglienza, 2.091 ascolti telefonici, 1.967 consulenze psicologiche, 1.265 consulenze legali, 583 equipe/consulenze sociali, 431 percorsi psicoterapeutici, 282 accompagnamenti ai servizi territoriali, 245 assistenze legali, 143 orientamenti al lavoro o all’autonomia abitativa, 133 percorsi di gruppo e 79 ospitalità di I, II livello o in emergenza.

La Regione ha intenzione di potenziare il lavoro svolto con programmi specifici per favorire l’inserimento lavorativo e l’autonomia abitativa. “Nei prossimi mesi attiveremo i lavori di redazione del nuovo Piano quadriennale antiviolenza, con cui renderemo ancora più incisivo il nostro lavoro di prevenzione e di contrasto a questo terribile fenomeno” ha concluso Piani, ricevendo il plauso del vice prefetto Alessandra Tripodi, di Alessandra Simone (Questura) e Luigi Manzini (Comando Provinciale Carabinieri), che hanno insistito
rispettivamente sull’importante lavoro fin qui svolto dalla Regione per coordinare interventi di prevenzione e di assistenza alla violenza sulle donne.