Lecco saluta il pompiere Enrico Secchi, tanti al funerale

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In Basilica i funerali dell’anziano pompiere in pensione

i colleghi del comando di Lecco e tanti cittadini per l’ultimo saluto

LECCO – Indossando la divisa del Vigile del Fuoco ha contribuito ai soccorsi nella Firenze alluvionata nel 1966, dieci anni dopo tra le popolazioni terremotate del Friuli e nel 1980 tra la gente dell’Irpinia, partecipando al dolore delle tragedie più importanti che hanno colpito il Bel Paese.

Enrico Secchi era tra i pompieri intervenuti a Lecco, il 23 febbraio del 1969, quando una frana crollò dal San Martino. Trent’anni di vita al servizio della collettività, iniziati nel 1952 al Comando di Milano, proseguiti al Comando di Como fino all’arrivo negli anni ’70 al Bione come capo distaccamento quando Lecco non era ancora un comando provinciale.

“Compiendo il suo dovere ha salvato numerose vite, oggi noi celebriamo la sua vita nei ricordi e nei valori che ci ha lasciato” è intervenuto don Davide Milani, prevosto di Lecco, nei funerali che si sono svolti lunedì pomeriggio in Basilica alla presenza dei colleghi pompieri e di tanti cittadini.


“Questa partecipazione – ha sottolineato il sacerdote – è simbolo di quanto Enrico fosse conosciuto nella sua città e dell’affetto della gente per lui”.

In pensione da tempo, Enrico Valsecchi aveva 88 anni. Dopo il congedo, nel 1983, aveva lasciato la caserma del Bione dove abitava insieme alla famiglia, prendendo casa a Bonacina. Per questo alle celebrazioni ha voluto partecipare anche il parroco del rione, don Marco Tenderini.

“Passione, autorevolezza, una persona dai grandi valori morali”, così lo ricordano i colleghi del Comando di Lecco dove nel pomeriggio si è svolto il saluto che ha anticipato la cerimonia religiosa in basilica.

 

Una passione che Enrico ha saputo trasmettere per primi ai suoi familiari, al figlio Orazio anche lui vigile del fuoco in servizio a Lecco e al nipote Matteo, oggi volontario e che presto diventerà un pompiere permanente.

Ai funerali è intervenuto anche don Renzo Riva, a nome della fondazione Borsieri, dove è ricoverata la moglie Giuditta: “Il loro era un rapporto di vero amore. Nonostante le difficoltà della vita, lui gli è sempre stato accanto e alla moglie dedicava tutta la sua attenzione. Nemmeno la morte potrà spezzare questo legame”.