Mandello piange il guerriero Massimo Pomi, simbolo di forza e determinazione

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Massimo Pomi
Una foto di Massimo con la maglia del Mandello

I funerali martedì, alle 17, nella chiesa del Sacro Cuore

Da 14 anni stava lottando contro la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica)

MANDELLO – Il guerriero Massimo ha deposto le armi. La sua battaglia è finita. Se n’è andato ieri, domenica, nella sua casa a Mandello del Lario all’età di 50 anni. Nel novembre scorso aveva voluto raccontare la sua storia, riavvolgendo il nastro della vita, stravolta da quel mostro chiamato SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), quando di anni ne aveva soltanto 36.

Lo aveva fatto lucidamente, puntigliosamente e con quei suoi grandi occhi con cui comunicava tutto: parole, pensieri, emozioni, sentimenti. Lo aveva fatto per un pomeriggio intero in barba alla fatica della malattia.

Lui, appassionato di calcio, milanista nel cuore e nell’anima, con una lunga carriera nelle squadre dilettantistiche del territorio e della sua amata Mandello, si era ritrovato a dover giocare una delle partite più difficili e complicate che una persona possa mai dover affrontare. E lui lo ha fatto, da subito, senza mai mollare, coltivando fino all’ultimo la speranza che la scienza e la medicina potessero arrivare prima di quel maledetto triplice fischio finale.

Quel triplice fischio che domenica è arrivato inesorabile, mettendo fine alla sua ultima partita. Restano l’amore e l’affetto dei suoi “tifosi” che gli sono stati accanto in questi lunghi e difficili anni. Tanti i messaggi di cordoglio per una persona che la malattia è riuscita a fiaccare solo nel corpo ma non nell’anima, quella è rimasta sempre la stessa anche quando erano gli occhi a parlare per lui.

I funerali di Massimo Pomi si terranno domani, martedì, alle ore 17.00, nella chiesa del Sacro Cuore a Mandello del Lario, a salutarlo le figlie Ilaria e Irene, la mamma Graziella, i parenti e i numerosi amici e conoscenti.