Il 16 marzo dello scorso anno, un jet era precipitato sulla montagna a Colico ed era morto uno dei due piloti
Ad un anno di distanza, depositata in Procura la consulenza tecnica sull’incidente
LECCO – Esattamente un anno fa, alle 12 del 16 marzo 2022, un boato scosse l’abitato di Colico (vedi articolo) e subito dopo una coltre di fumo nera si alzò in cielo dal versante del Legnone: qualcuno, negli istanti precedenti aveva fatto giusto in tempo a notare un jet schiantarsi sulla montagna e notare due paracaduti aprirsi poco dopo.
Si trattava di un aereo militare, modello M-346 prodotto dalla società Leonardo – Divisione Velivoli che era partito dall’aeroporto civile Varese-Venegono alle 11.14 per un volo di addestramento. A bordo c’erano l’esperto pilota collaudatore Giampaolo Goattin e il pilota inglese David Alexander Ashley in addestramento.

“Il piano di volo comprendeva test finalizzati a dimostrare specifiche capacità già collaudate nel corso di diversi voli effettuati in precedenza” aveva spiegato la società Leonardo ma, intorno a mezzogiorno, l’aereo ha perso il contatto radio ed è precipitato sul Legnone, precisamente in località Valorga,

I due piloti erano riusciti entrambi a lanciarsi ma, nonostante la manovra di eiezione, l’inglese David Alexander Ashley è morto in seguito all’atterraggio sulle rocce. Si è salvato invece l’italiano Goattin, con una carriera da Top Gun alle spalle (vedi articolo), rimasto appigliato con il paracadute su uno sperone.
Ad un anno da quel tragico incidente, è stata depositata oggi in Procura a Lecco la consulenza tecnica redatta da Filippo Zuffada, tenente colonnello dell’Aeronautica Militare, che era stato nominato nel marzo dello scorso anno dal Tribunale di Lecco per svolgere accertamenti utili a ricostruire la dinamica dell’accaduto.

Si tratta di “accertamenti tecnici, particolarmente complessi – spiegano dalla Procura – hanno richiesto il compimento di operazioni squisitamente specialistiche che sono state poste in essere nel contraddittorio di tutte le parti interessate che si sono avvalse dell’ausilio di consulenti altamente qualificati”.
“Le risultanze della consulenza tecnica, eventualmente integrate dal contributo che le altre parti interessate vorranno fornire, sono ora al vaglio della Procura” spiega lo stesso procuratore.