Va in Grignone e al suo rientro al Cainallo trova l’auto scassinata

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Il cofano dell'auto forzato

La disavventura di un escursionista milanese avvenuta tra sabato e domenica

Cofano aperto a forza, rubata la batteria e altra attrezzatura

ESINO LARIO – E’ rientrato dopo un’escursione al rifugio Brioschi, in vetta al Grignone, trovando la sua auto, lasciata al parcheggio del Cainallo, scassinata. Davvero un’amara sorpresa per un giovane di Milano e la sua compagna. A raccontare la disavventura è stato lo stesso escursionista.

“Sabato pomeriggio abbiamo lasciato l’auto, una Suzuki Santana del ’97 – al parcheggio del Cainallo, appena sotto l’attacco dei sentieri che portano in Grignone, intorno alle 13. Vado in montagna da sempre e non mi sono mai preoccupato di lasciare l’auto, ho sempre pensato di poter stare tranquillo, almeno nella natura. Essendo poi la mia auto ‘datata’ ho spesso l’abitudine di lasciarla aperta, la serratura è talmente vecchia che può essere aperta utilizzando praticamente un bastoncino di legno. Dopo esserci preparati siamo partiti alla volta del Brioschi e, dopo aver trascorso la notte al rifugio, domenica mattina abbiamo fatto rientro al Cainallo dove siamo arrivati intorno alle 12. Fortunatamente, lo aggiungo a posteriori, con noi c’erano altre persone che avevamo incontrato al rifugio provenienti anche loro dal milanese”.

Una volta arrivati all’auto, la brutta sorpresa: “Avvicinandomi ho trovato il cofano aperto, con la lamiera tutta piegata: era stato evidentemente forzato con una leva. Guardando dentro ho visto che mi avevano rubato la batteria dell’auto. Dopo il danno – ha continuato il ragazzo – devono essersi accorti che la macchina era aperta, controllando ho così scoperto che dal baule mi avevano portato via il triangolo e i pochi altri attrezzi da utilizzare in caso di emergenza: il gilet catarifrangente, l’olio per il motore che tenevo nel baule, un gancio e una fune da traino. Il vero problema era la batteria mancante, a quel punto ho realizzato che io e la mia ragazza eravamo senza mezzi per tornare a Milano”.

Fortunatamente, gli altri escursionisti che erano con i due ragazzi hanno offerto loro un passaggio: “Sono stati davvero gentili, ci hanno preso a cuore riportandoci a casa, colgo di nuovo l’occasione per ringraziarli” ha fatto sapere.

“Una volta rientrato però ero in ansia per l’auto così ho deciso di andare a comprare una batteria nuova, tornare al Cainallo con un amico per sostituirla e riportare la mia jeep a casa. Sono arrivato al parcheggio a mezzanotte passata di domenica sera, è stata una bella ‘sfacchinata’ ma quanto meno l’auto era al sicuro!” ha concluso.

Resta l’amaro in bocca per un brutto episodio capitato dove meno ci si aspetterebbe, in montagna: “Questa è forse la cosa che mi ha ferito di più, cioè che anche in un luogo come la montagna ci siano malintenzionati pronti ad agire per rubare e danneggiare i beni altrui. Continuerò a frequentare le montagne, lecchesi e non, senza preoccupazioni, sperando che quanto accaduto non si ripeta più” ha concluso.