Mandello. L’addio a Innocente Poletti, uno degli ultimi partigiani

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Innocente Poletti, morto a Mandello all'età di 91 anni.
Innocente Poletti, morto a Mandello all’età di 91 anni.

MANDELLO – Era nato il 15 aprile 1924 ed era uno degli ultimi partigiani mandellesi, avendo legato il proprio nome alla lotta combattuta negli anni della Resistenza.

Era la fine del 1943 quando sui monti mandellesi si costituirono le prime formazioni e si organizzarono i primi gruppi, sfociati nella nascita della Brigata “Cacciatori delle Grigne”, in seguito ribattezzata 89.ma Brigata Poletti in onore dei partigiani Giuseppe e Giovanni Poletti, catturati e uccisi dai nazifascisti nell’agosto del ’44.

In una testimonianza raccolta anni fa e pubblicata nel libro Partigiani sulle Grigne – Nuovi itinerari della memoria Innocente Poletti, morto a Mandello all’età di 91 anni, così raccontava quegli anni: “Parlando con mio cugino di Olcio lui mi disse: Stiamo organizzandoci per eventualmente scappare e andare in montagna. Il problema principale era dar da mangiare a dei ragazzi in montagna. Mi disse: Stai nascosto, stai tranquillo che ti faremo sapere… A Olcio stavano in effetti organizzando una eventuale fuga, ma anche loro non sapevano bene. Io di giorno non mi facevo vedere. Avevo fatto sul solaio un nascondiglio ma anche un sistema di fuga, perché il solaio delle case vecchie era fatto in modo che le case stesse comunicavano e potevi andare da una casa all’altra. Era ideale. Di notte ogni tanto andavo a Olcio e sentivo che cominciavano a organizzarsi…”.

Versarico fu una tra le prime zone occupate dagli “sbandati” dopo l’8 settembre del ’43. A questo proposito Poletti riferiva: “Io sono stato con un mio coetaneo che era scappato, anche lui di Mandello, della mia stessa classe, su in Versarich, nel mese di settembre del ’43. Quando siamo saliti non c’era ancora nessuno, ma noi ci eravamo andati perché era il periodo delle castagne. Siamo stati su un po’, mangiavamo castagne e un contadino ci dava un po’ di latte… Ma non si poteva andare avanti così, perciò siamo scesi…”.

Da varie testimonianze si deduce che della 89.ma Brigata facevano parte, nella primavera-estate del ’44, circa 200 uomini. Un gruppo di loro stava allo Zucco di Sileggio. Tra questi anche Innocente Poletti, che in effetti ricordava: “Noi ci siamo stabiliti lì. Mi ricordo che si andava su da Era fino alla Culmine da cui si vede Lierna, si girava dietro verso Era e si arrivava lì… Eravamo una ventina e siamo stati lì qualche mese. Dall’Alpe di Era alla Bocchetta di Verdascia giravamo sul versante che guarda verso Era, per poi arrivare al crott…”.

“Allo Zucco di Sileggio – raccontava sempre Poletti, sposatosi nel 1958 e padre di un figlio – c’era una gronda che andava all’interno e noi ci siamo stabiliti lì… Al Sileggio c’era anche “il greco”, un prigioniero scappato dal campo di Grumello al Monte nella Bergamasca, che faceva il parrucchiere agli altri del gruppo…”.

Innocente Poletti si spostò in seguito nel gruppo di stanza al rifugio Elisa comandato inizialmente da Carlo Cesana (“Giorgio” era il suo nome di battaglia)  e successivamente da Carlo Travaglini.

Ora con Poletti, che fu imprenditore meccanico di professione, Mandello perde una preziosa memoria storica, ma la sua esperienza con i partigiani non sarà dimenticata, così come le testimonianze che ci ha lasciato.