Il fotografo Carlo Porro era a Valencia insieme alla moglie Franca durante la terribile alluvione
“Eravamo in autostrada diretti verso l’aeroporto e abbiamo visto chilometri di fango, alberi abbattuti, macchine distrutte”
MERATE – “All’inizio ero arrabbiato perché eravamo in coda in autostrada e rischiavamo di perdere l’aereo. Alla fine, guardando quello che è successo, posso dire che siamo stati fortunati perché fossimo arrivati all’aeroporto solo un’ora prima avremmo rischiamo davvero molto”. A parlare, all’indomani della devastante alluvione che ha colpito Valencia, provocando almeno 105 morti e un numero ancora imprecisato di dispersi, è il fotografo meratese Carlo Porro che martedì si trovava in Spagna insieme alla moglie Franca Pelosi.
Conosciutissimi entrambi in città, oltre che per l’attività professionale, anche per l’impegno associativo (sono consiglieri del direttivo della Pro Loco), Carlo e Franca avrebbero dovuto prendere il volo per tornare in Italia di Valencia martedì alle 21.30. “In aeroporto non ci siamo mai arrivati” puntualizza Porro ricostruendo quando vissuto in quel lunghissimo pomeriggio. “Arrivati a circa 80 chilometri da Valencia abbiamo iniziato a trovare coda lungo l’autostrada con macchine che uscivano. Le abbiamo seguite anche noi e abbiamo visto che le strade intorno erano allagate, pieno di fango e rami in strada. Chilometri e chilometri di devastazione: un vero finimondo. A un certo punto, la Guardia Civil ci ha sbarrato la strada, impedendoci di proseguire verso Valencia e imponendoci di tornare indietro”.
Intorno la devastazione, ma non era ancora finita. “Abbiamo fatto in tempo a raggiungere un autogrill e dal cielo continuavano a scendere secchiate d’acqua. Impressionante. Mai vista una simile entità”. Si calcola che in poco tempo sia scesa infatti la quantità di pioggia di un anno. “A un certo punto, tutti i cellulari si sono messi a squillare nello stesso momento ed è arrivato un messaggio in spagnolo di allerta della Protezione civile, che, in poche parole, diceva di non uscire e stare in casa”.
E’ stato in quel momento che i Porro hanno iniziato a capire che la situazione era molto grave e seria. “Abbiamo dormito un po’ in auto e verso le 4 di mattina abbiamo deciso di tornare a Madrid. La strada verso Valencia era ancora bloccata e l’idea di raggiungere l’aeroporto sarebbe stata folle. Siamo rimasti impressionati dalla carovana di mezzi di soccorso incrociati nella direzione opposta alla nostra”. Una volta arrivati nella capitale spagnola, Porro e la moglie hanno avuto modo di guardare le immagini e i video della tremenda alluvione e ritenersi fortunati di essere scampati a un disastro simile.