Calco si ferma per l’addio al piccolo Andrea, un angelo biondo volato in cielo troppo presto

Tempo di lettura: 4 minuti
Funerale Andrea Casiraghi

Lacrime e commozione oggi ai funerali del piccolo Andrea Casiraghi, morto a soli 8 anni

Nell’omelia don Carlo si è soffermato su tre argomenti: “Parole. Bambini. Preghiera. Andrea ci ha insegnato a gustare e assaporare la vita”

CALCO – La poesia “La morte non è niente” scandita dal parroco che, a metà omelia, è voluto scendere a fianco della piccola bara, coperta di fiori bianchi e azzurri, per abbracciare simbolicamente quell’angelo dai boccoli biondi. Il cartellone, realizzato dai compagni di classe della 2^ A con cuori e pensieri in memoria del compagno che non c’è più. E le tante lacrime che hanno rigato i volti delle persone che si sono strette intorno ai familiari.

Il piccolo Andrea Casiraghi

La chiesa di San Vigilio non è riuscita a contenere oggi, giovedì, tutte le persone che hanno voluto salutare per l’ultima volta il piccolo Andrea Casiraghi, il bambino di soli 8 anni, morto nei giorni scorsi a causa di una complicazione post operatoria all’ospedale Sant’Anna di Como.

Una tragedia immane che ha gettato nella disperazione e nello sconforto l’intera comunità dove Andrea, alunno alla scuola primaria Bartolomeo Calchi, era conosciuto così come il fratello più grande Tommaso, la mamma Irene e il papà Dario. Ed stato proprio a loro che si è rivolto il parroco don Carlo Motta nella predica, sottolineando la difficoltà di saper trovare le parole giuste per “riuscire a carpire e prendere un po’ del vostro dolore. Anche la liturgia ha tante parole, che servono a portare vicinanza, ma che certo non distolgono dalla perdita di un figlio, di un fratello o di un nipote”.

Una considerazione importante, a cui il sacerdote ha comunque contrapposto l’urgenza di trovare, proprio in quelle parole che possono sembrare vane o banali, un segno di vicinanza e di condivisione di un dolore troppo grande per essere compreso. “E’ normale oggi essere qua e chiedersi perché sia morto un bimbo di 8 anni. Una domanda che ci porta a interrogarci su dove fosse Dio in quel momento e perché non sia intervenuto”.

Interrogativi leciti che, ha ammesso il don, resteranno di fatto sempre delle domande, proponendo però a tutti un cambio di prospettiva, quello dettato dalla pagina del Vangelo letta poco prima in cui si dice che “ai piccoli viene consegnato il tesoro del Cielo”. “Andrea ci risponderebbe, penso, così, spronandoci a tornare piccoli, capaci cioè di assaporare e gustare la vita. Noi così presi dal senso di onnipotenza, dovremmo tornare a guardare la vita con lo sguardo dei più piccoli, con quegli occhietti con cui lui mi accoglieva quando raggiungevo casa per la benedizione di Natale. Oggi Andrea ci dice che la vita va vissuta a pieno perché, pur lunga che sia, è pur sempre breve”.

Un prezioso insegnamento che dovrà restare nel cuore di tutti quelli che hanno amato e conosciuto il piccolo. A metà omelia, don Carlo è poi sceso dall’altare e, posizionandosi a fianco della bara, ha letto, su richiesta dei genitori, la preghiera di Sant’Agostino “La morte non è niente”, ribadendo l’importanza, per chi resta, di sapere rivolgere lo sguardo al cielo per chiedere conforto e consolazione.

“Parole. Piccoli. Preghiera” i tre input forniti dal sacerdote come a voler sintetizzare il messaggio rivolto non solo ai familiari di Andrea ma a un’intera comunità sconvolta e attonita per una scomparsa tanto doloroso quanto prematura.
Al termine del funerale, un lungo corteo impietrito e commosso si è formato dietro il carro funebre su cui è stato affisso il cartellone con i disegni e i pensieri realizzati dai compagni di classe di Andrea, presenti questa mattina insieme alle maestre. Anche loro dovranno fare purtroppo i conti con un banco rimasto improvvisamente e tragicamente vuoto.