Casatenovo si ferma per l’addio alla giovane mamma Francesca: “Il nostro girasole”

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Tantissime le persone presenti questa mattina, venerdì, sul sagrato della chiesa di Valaperta

“Ci affideremo al tuo sorriso contagioso”. E ai familiari: “Sappiate che non dovete farcela da soli, dobbiamo farcela tutti insieme”

CASATENOVO – Le parole di Garcia Lorca pronunciate nella predica da don Marco Sala. Le canzoni cantate alla fine, dalle note struggenti dell’Alleluja a quelle dolci di “A modo mio” di Elisa, passando per l’intramontabile “La cura” di Franco Battiato. E poi ancora i ricordi, commossi, sentiti e sinceri, delle tante persone che porteranno sempre nel cuore il suo sorriso aperto e disarmante.

Sono state tantissime le persone che questa mattina, venerdì, hanno partecipato al funerale di Francesca Fumagalli, la giovane mamma di 31 anni, morta nella notte tra sabato e domenica scorsa, dopo un terribile incidente avvenuto ad Arcore. Ancora ricoverato in ospedale il marito, Andrea Brambilla, alla guida della moto su cui viaggiava anche Francesca, entrata in collisione con una Fiat Cinquecento. Giudicata da subito gravissima, la giovane è morta poco dopo il trasporto in ospedale, lasciando sgomenti e senza parole la comunità di Valaperta, dove era cresciuta e quella di Rogoredo, dove viveva insieme al marito e ai due figli di 4 e 2 anni.

Questa mattina, proprio il sagrato della chiesa di San Carlo nella sua Valaperta, ha ospitato la partecipatissima funzione religiosa. Al centro, appena dopo i gradini di accesso alla chiesa, è stata posizionata la bara ricoperta di girasoli, il fiore preferito dalla giovane mamma. “Lei era così, era un girasole” ha sottolineato don Marco Sala, sacerdote originario di Valaperta,  coscritto di Francesca, tratteggiando il ritratto di una donna solare, dinamica e generosa. “Solo il silenzio può parlare in queste occasioni, non ci sono parole umane a disposizioni. Dalla sera dell’incidente è calato il silenzio sulla vita di Francesca e sulle nostre giornate. Un silenzio che, come dice Garcia Lorca, è assordante, tale da piegare il volto al suolo perché porta con sé una sofferenza inaspettata, di fronte alla quale non possiamo far altro che rivolgere gli occhi al cielo per chiedere perché”.

E dal cielo, sembra suggerire il giovane sacerdote, che questa mattina ha presieduto la funzione religiosa concelebrata con altri parroci della comunità pastorale, arriva la risposta, ovvero il sorriso di Francesca, contagioso ed entusiasta. Il biglietto da visita di una persona buona, dinamica, di una bellezza tale da profumare di cielo.

Madre, figlia e sposa. Capace di mettere trasporto e passione anche nel suo lavoro a contatto con gli anziani. Se dovessi paragonarla a un fiore, sarebbe senza dubbio un girasole, capace cioè di dirigere la cita verso ciò che è luminoso e orientare tutti verso il sole che sorge dall’alto”. Ed è proprio al sorriso di Francesca, così disarmante nelle due bellissime fotografie poste sotto altare posizionato fuori dall’ingresso della chiesa, che si è rivolto ancora don Marco: “E’ quel sorriso che ci invita a non disperare di fronte a una fine immeritata, alla storia interrotta di una vita. Perché il contrario della morte non è la vita, ma l’amore. Solo chi ama è destinato a vivere per sempre”.

E di amore Francesca ne ha seminato tanto in soli 31 anni di vita. Lo si è compreso bene anche dai ricordi letti al termine del funerale. Un incaricato della Casa Famiglia dove lavorava come Oss ha voluto infatti parlare, trattenendo a stento le lacrime, di quella grinta e di quella passione contagiosa: “Lasci un vuoto immenso in tutti noi. Ti vogliamo dire grazie per l’attenzione mostrata agli ospiti, ai familiari, ai volontari, affrontando sempre tutto. Ti diciamo un grazie ancora più grande perché hai coinvolto Andrea, Pietro e Letizia facendoli partecipi sempre. Tu sei ancora con noi, e continua ancora a scherzare, disegnare, correre e cucinare. Ti sentiremo sempre qui con noi”.

Le noti struggenti dell’Alleluja e di “A modo tuo” di Elisa, canzone rivolta in particolar modo ai piccoli bimbi di Francesca, hanno fatto emozionare tutti i presenti, lasciando alla musica il compito di provare a lenire una ferita troppo grande non solo per la famiglia di Francesca, ma per l’intera comunità casatese. L’amico Michele ha poi voluto provare a portare un segno di gioia e di speranza, parlando delle foto esposte, soprattutto quella in cui è ritratta immersa nei girasoli, per parlare del carattere dinamico, sprintoso e mai domo della giovane mamma casatese.

Questi luoghi ti ringraziano – ha detto un altro amico alzando lo sguardo verso la chiesa e l’oratorio dove Francesca è nata e cresciuta trascorrendo tanto tempo sempre a disposizione degli altri – . Come ti ringraziano le persone che ti hanno incontrato. I tuoi familiari avranno davanti ora un periodo duro e faticoso. Sappiate che non dovete farcela da soli, dobbiamo farcela tutti insieme e ce la faremo” ha concluso, rendendo manifesto lo spirito coeso e unito della comunità parrocchiale. Prima di accompagnare il feretro per la sepoltura nel cimitero di Rogoredo, poi, un amico ha intonato i versi intramontabili de “La cura” di Franco Battiato, quasi a voler stringere un patto tra la terra e il cielo.