Cernusco. E’ rientrato dal Pakistan l’investitore del piccolo Gioele

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Merate incidente
La Fiat Punto sul luogo dell' incidente nel quale ha perso la vita il piccolo Gioele

Accusato di omicidio stradale per la morte del piccolo Gioele nell’incidente avvenuto a Merate

L’avvocato Crippa: “ll mio assistito ha posticipato il rientro per via del Covid. Lo incontrerò nei prossimi giorni”

 

MERATE / CERNUSCO – E’ rientrato da poco in Italia il cittadino pakistano (Y.A.) ritenuto responsabile dell’investimento di Gioele Petza, il bimbo soli 7 anni morto, dopo alcuni giorni di agonia, all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dove era stato ricoverato a seguito dell’incidente avvenuto giovedì 6 maggio in via degli Alpini a Merate, davanti alla caserma dei Vigili del Fuoco.

Gioele, alunno al secondo anno della scuola primaria di Cernusco, stava camminando sul marciapiede insieme alla mamma Jenny e alla sorella Giorgia quando la famigliola è stata travolta e sbalzata a terra dall’urto con un’auto.

Un urto violentissimo tanto che all’arrivo dei soccorritori le condizioni del piccolo Gioele era apparse da subito disperate. Presente sul posto con l’auto, la Fiat Punto di colore scuro parcheggiata nel posteggio in fondo a via degli Alpini, diversi metri dopo il punto dell’incidente, il cittadino pakistano aveva raccontato agli agenti della Polizia locale di Merate, intervenuti per i rilievi, di essere stato speronato da un’auto che, dopo aver travolto Gioele e i famigliari, si era poi data alla fuga.

Merate incidente

 

Una versione che non aveva convinto le forze dell’ordine tanto che gli agenti avevano deciso di condurre in Comando l’uomo e di denunciarlo per lesioni gravissime portato come elementi di prova i segni e le ammaccature riportate sulla carrozzeria dell’auto. Durante il colloquio, l’uomo aveva continuato a professarsi innocente, informando altresì gli agenti di aver già prenotato un volo per il Pakistan dovendo partecipare al funerale del padre nei giorni successivi. A riprova della buona fede, aveva mostrato il tampone già effettuato per poter imbarcarsi sul volo e il biglietto di ritorno prenotato per il 26 maggio.

All’uomo, residente a Carnate, era stato poi assegnato un legale di ufficio, l’avv. Simona Crippa con studio a Missaglia, con cui si era messo in contatto venerdì poco prima di partire per il Pakistan e con cui è rimasto in contatto anche durante le settimane trascorse all’estero, apprendendo della morte del piccolo Gioele avvenuta il martedì successivo all’incidente.

Merate incidente

Il mancato rientro in Italia a fine maggio aveva però creato allarme non solo tra i familiari di Gioele ma in tutta la comunità cernuschese tanto che la sindaca Giovanna De Capitani aveva espresso con toni duri e severi, a latere della cerimonia di piantumazione di un ciliegio in memoria di Gioele nel giardino della scuola primaria di via Montello, un appello all’investitore a non sottrarsi alle proprie responsabilità.

“Il mio assistito non è mai stato irreperibile ed è rientrato da poco in Italia – si limita a commentare l’avvocatessa Crippa – . Sarebbe già dovuto rientrare in  Brianza, ma non ha potuto farlo per via delle ulteriori misure precauzionali imposte  a seguito della variante indiana. Lo dovrò incontrare nei prossimi giorni”.

L’uomo dovrà rispondere ora di omicidio stradale. A rafforzare la tesi accusatoria degli inquirenti c’è infatti anche  un filmato registrato da un impianto di videosorveglianza della zona che avrebbe interamente ripreso la scena dell’incidente.